sabato 12 marzo 2011

Le linee del destino

Al telefono, la mia amica mi aveva detto, "E è in cinta ma è molto preoccupata per quello che le avevi detto." Cosa le avevo detto? Non ricordavo niente.

Mia amica aveva spiegato "Tutto quello che l'avevi detto, si è avverato. Quando ti aveva fatto vedere le sue mani, non aveva nessuna relazione seria. Invece tu l'avevi detto che troverà il suo amore e lo sposerà entro l'anno. E' successo proprio così. Due mesi dopo ha conosciuto R e si sono sposati. Ma ora lei aspetta il suo primo bimbo, ed è molto preoccupata."

E era preoccupata perché l'avevo detto che perderà il suo primo bimbo. Oramai, E era convinta che ero bravo a predire il futuro e che la sua prima gravidanza finirà male.

Pieno di rimorsi, ho telefonato a E e abbiamo parlato a lungo. Non ricordavo assolutamente niente di quello che l'avevo detto. Per me, quella era stata una serata tra gli amici, avevamo bevuto e scherzato e quando E mi aveva chiesto di leggere le sue mani, e l'avevo fatto in maniera superficiale, senza pensarci troppo.

Questo era successo forse 10-12 anni fa. Dopo quella volta, non ho più guardato le mani delle persone per raccontarle il futuro. Se qualche vecchio conoscente insiste per farsi vedere le mani, racconto qualcosa di generale, ma non mi azzardo più ad andare oltre.

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In India succede spesso che qualcuno ti chiede di far vedere le tue mani, e di guardarle con attenzione per cercare di indovinare il tuo futuro. Molte persone si interessano di studiare come indovinare il destino di una persona dalle linee delle sue mani. Alcune di queste persone sono conosciute nell'ambiente per le loro capacità di vedere delle cose che vanno oltre la semplice lettura delle mani, e persone vengono anche da lontano per farsi predire il futuro da loro.

Indian ideas on hand reading

Penso di aver avuto la lettura seria delle mie mani almeno 10-15 volte. Non ricordo cosa mi avevano raccontato la maggior parte di loro, ma ho vividi ricordi della lettura delle mie mani da parte di tre persone.

Ho avuto la mia iniziazione alla lettura delle mani da un'amica di mia mamma quando avevo circa 5-6 anni. La chiamavo "zia". Veramente la zia non mi aveva detto molto, e ciò mi aveva seccato un po'. Poi per circa 30 anni dopo quella prima lettura, ogni tanto lei  tornava alla lettura delle mie mani, senza mai dirmi molto. Quando insistevo, in più di un'occasione lei mi aveva risposto che per lei guardare le mani era come una ricerca, per verificare se le linee potevano dire il futuro o meno, per cui non poteva dirmi ciò che aveva visto, altrimenti avrebbe influenzato la sua ricerca.

Lei era la mia prima maestra. Mi aveva spiegato come si leggono le mani e dopo alcuni anni, avevo iniziato a cercare dei libri per studiare questo tema.

La seconda persona che mi aveva colpito molto per la sua capacità di leggere le mani era un chirurgo. Lui si stava specializzando in chirurgia plastica mentre io ero impegnato nel mio "un anno di pratica" in ospedale, prima di decidere in quale materia avrei voluto specializzare. Per diversi mesi, avevo condiviso la camera dell'ostello dell'ospedale con lui.

Questo chirurgo aveva la capacità di tenere la mano di una persona nelle sue mani, chiudere gli occhi e sentire le mani della persona con le sue dita con un tocco leggero, un po' come le persone cieche leggono il braille. Ma lui non si limitava a dire delle cose sul tuo futuro, ti poteva dire anche del tuo passato. Secondo lui, leggere le mani era una grande responsabilità e lo si doveva fare senza nessun tipo di interesse personale e senza pretendere di guadagnare qualcosa da questo esercizio. Inoltre, lui insisteva che non si dovrebbe mai rivelare cose negative che possono succedere alle persone.

Per essere sinceri, quando lui si metteva a "leggere" le mani, mi faceva un po' di soggezione. Sembrava che diventava un'altra persona.

La terza persona che mi aveva dato una lezione importante sulle linee del destino, era un vecchio insegnante in pensione. Lui stava poco bene e qualche volta ero andato a casa sua per visitarlo. In una delle visite, la sua figlia mi aveva raccontato che suo padre era famoso per la sua capacità di leggere le mani e subito avevo voluto fargli vedere le mie mani. A parte tante altre cose, lui mi aveva detto che dopo alcuni anni di mio matrimonio, mi innamorerò di un'altra persona e con questa seconda persona avrò due figli. Ero rimasto veramente male quando avevo sentito questo.

Lui se ne era subito accorto del mio turbamento e aveva voluto sapere il motivo. Avevo spiegato che se sarò sposato e avrò già un figlio, non volevo assolutamente di innamorarmi un'altra volta, e di lasciare la mia famiglia per farne una nuova con un'altra persona. Allora lui mi aveva spiegato, "Le linee delle mani sono delle potenzialità, sono delle cose che possono succedere, ma la scelta dipende sempre e solo da te. Se tu deciderai di comportarti diversamente, vedrai che le tue linee cambieranno."

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Se qualcuno mi chiedesse, se credo nelle linee del destino, penso che gli risponderò, "No, non ci credo. Sono come l'oroscopo". Ma so che dentro di me, c'è una parte irrazionale che ci crede.

Ogni tanto tornavo a controllare quella linea che segnava sulla mia mano il mio secondo matrimonio. Già da qualche anno era diventata meno profonda. Qualche tempo fa quando avevo notato di non avere più quella linea, ne ero rimasto molto soddisfatto. Il vecchio insegnante aveva ragione, le linee si possono cambiare.

Vi sono alcune esperienze legate alle linee delle mani che ricorderò sempre. Come il mio viaggio in Uganda nel 1995, con l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati.

Ero andato nel nord dell'Uganda in un campo profughi. Lì, avevo incontrato un gruppo di bambini soldato sudanesi, che erano stati salvati. Erano ragazzi tra 13-15 anni, molto ombrosi e seri. Avevano qualcosa negli occhi, che mi faceva insieme, paura e pena. Così per un impulso, avevo voluto guardare le mani di alcuni di loro e ed ero rimasto scioccato dalla coincidenza di trovare molti di loro con la linea della vita corta e particolare, che indicava una vita molto breve e una fine violenta.

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Non so avete mai letto il libro di Tiziano Tersani, "Un indovino mi disse"? Come lui racconta in questo libro, penso che tutte queste storie di persone che possono predire il futuro, dovrebbero essere prese con le pinze, e solo come storie. Bisogna ascoltare queste storie e poi dimenticarle.

Sono uno scienziato e ricercatore. Capisco che la mente umana inganna, ci fa ricordare quello che gli fa comodo e fa dimenticare altre cose. Penso che la mia credenza nelle linee del destino sia un po' così. Capisco che non ha nessuna base scientifica.  Ciò nonostante, se insisto a credere, forse è perché risponde ad un senso di insicurezza dentro di me?

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A proposito, la gravidanza di E era andata a buon fine, penso che il ragazzo frequenta le medie adesso.

venerdì 18 febbraio 2011

E' tornata

E' tornata. Con una lunga intervista, dove anche le parole che parlano di mondi senza speranza, brillano come pietre forforescenti. Per esempio, leggete come lei racconta il suo rapporto con le parole:
As I said, it was just the beginnings of the recognition of pleasure. To be able to express yourself, to be able to close the gap—inasmuch as it is possible—between thought and expression is just such a relief. It’s like having the ability to draw or paint what you see, the way you see it. Behind the speed and confidence of a beautiful line in a line drawing there’s years of—usually—discipline, obsession, practice that builds on a foundation of natural talent or inclination of course. It’s like sport. A sentence can be like that. Language is like that. It takes a while to become yours, to listen to you, to obey you, and for you to obey it. I have a clear memory of language swimming towards me. Of my willing it out of the water. Of it being blurred, inaccessible, inchoate… and then of it emerging. Sharply outlined, custom-made.
Mi dispiace, non mi sento capace di tradurle in italiano. Se siete fortunati, forse Internazionale tradurrà questa sua intervista in italiano per il prossimo numero.

Invece se vi va bene la versione in inglese, potete leggere la nuova intervista di Arundhati Roy al sito di Guernica.

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domenica 13 febbraio 2011

Bollywood 2010 - I film più significativi (ultima parte)

Questa è la terza e l'ultima parte della rassegna dei film più significativi di Bollywood nel 2010. In questa parte, si parla di film nuovi usciti tra il settembre e il dicembre 2010.

Settembre 2010 è iniziato con Dabangg (Indomitabile), il film di Salman Khan e la nuova attrice Sonakshi Sinha. Il film è la solita storia di un poliziotto, un po' corrotto, ma contro i veri corrotti e contro i malviventi. La caratteristica particolare di Dabangg è un Salman Khan esageratamente macho. Nonostante la vecchia storia, il film ha quel qualcosa che nonostante che sia il solito vecchio masala di Bollywood, per qualche strana ragione, riesce a creare la magia sullo schermo. Dabangg è stato accolto dal grande pubblico con molto entusiasmo ed è il più importante successo commerciale di Bollywood del 2010.

L'attore Salman Khan, che sembrava aver perso un po' del suo smalto negli ultimi anni, è diventato di nuovo la grande stella di Bollywood. Potete guardare il trailor e i gesti esageramente macho di Salman Khan sy Youtube, quasi una caricatura di come camminano e si muovano i veri uomini, e decidete se fa per voi!

Anjaana Anjaani (Sconosciuto, sconosciuta), il secondo film importante di settembre 2010, aveva la coppia, Ranbir Kapoor e Priyanka Chopra, e il film era ambientato in America. La storia di due giovani che incontrano mentre cercano di suicidarsi dal ponte Golden Gate di San Francisco e poi si innamorano, non era male, ma era prevedebile e insipida, e non ha avuto grande successo tra il pubblico. Invece mi è piaciuta molto la musica del film.

Ottobre: Ottobre aveva "Robot", il film costoso del regista Shanker con gli attori Ranikanth e Aishwarya Rai. Shanker è famoso per girare dei film molto costosi senza grandi storie. Robot segue la stessa linea. E' la storia di uno scienziato e il suo Robot che gli somiglia, con l'attore Rajnikanth nei due ruoli.

Poster, Robot Rajnikanth by Shanker

Rajnikanth è un icona del cinema tamil, venerato quasi come un dio da suoi fan. La versione tamil del film ha avuto grande successo, mentre la versione in Hindi non ha avuto altrettanta fortuna.

I film di Rajnikanth, attore ultra sessantenne, sono esempi classici dei film masala, pieni di gesti stilizzati e esagerati, storie improbabili e danze multicolori. Se riuscite a guardarli solo come uno spettacolo, senza cercare la logica nella trama, allora possono essere divertenti.

In ottobre sono usciti altri due film importanti - Aakrosh (Rabbia) con Ajay Devgan, Akshay Khanna e Bipasha Basu e Jhootha hi sahi (Che sia un bugiardo) con John Abraham e Pakhi. Entrambi i film, non erano gran ché e sono stati rifiutati dal pubblico e dalla critica.

Sempre in ottobre è uscito Do Dooni Chaar (Due volte due, quattro), un piccolo film di un regista sconosciuto, con due attori che erano famosi negli anni settanta, Rishi Kapoor e Neetu Singh (i genitori dell'attore Ranbir Kapoor nella vita reale), , è stato apprezzato dalla critica e dal pubblico. Il film racconta la storia di una coppia medio borghese alle prese con il sogno di comprare una macchina.

In novembre, è uscito Guzaarish (Richiesta) del regista Sanjay Leela Bhansali. E' la storia di un famoso mago diventato paraplegico dopo un incidente, che vorrebbe eutanesia. Il film mi è piaciuto molto anche se non concordavo con il suo modo di proporre la questione della morte dignitosa.

Con Hrithik Roshan nella parte del uomo paraplegico e Aishwarya Rai nella parte dell'infermiera, il film ambientato in una vecchia casa coloniale di Goa, è una poesia delle immagini, con dei colori meravigliosi e con delle belle interpretazioni degli attori.

Poster, Guzaarish by Sanjay Leela Bhansali

Secondo me, la premessa del film - un uomo che ha cercato di vivere la sua vita pienamente anche dopo l'incidente che l'aveva reso paraplegico, è oramai in fase terminale e desidera morire con dignità, poteva essere semplice ma importante. Invece, il film lo trasforma in qualcosa d'altro. Penso che il soggetto poteva essere trattato con meno melodramma. Comunque, il film merita di essere visto, anche se è stato rifiutato dal pubblico in India.

Novembre aveva anche una commedia un po' pazza, Gomaal 3 (Qualcosa di sospetto 3) con Ajay Devgan, Kareena Kapoor e molti altri attori. La storia del film riguarda due vecchi amanti che si erano separati da giovani, e che si incontrano da vedovi e che sognano di sposarsi. Ma i loro figli, non vanno d'accordo. E' un film per gli adolescenti con delle cretinate continue che gli fanno ridere. Il film è stato molto gradito dal pubblico, invece personalmente l'ho trovato un po' stupido.

Alla fine, novembre aveva un'altra commedia romantica, Break ke Baad (Dopo la rottura) con Imraan Khan e Deepika Padukone. E' la storia di due persone che sono insieme e che si amano da quando erano bambini. Una volta cresciute, i due sentono il loro rapporto più come un'abitutdine e decidono di sperimentare rapporti nuovi. Era un altro film insipido, con due attori belli e un po' di bella musica, anche se aveva alcuni momenti brillanti.

In dicembre ho visto due film che mi sono piaciuti.

Phas Gaye Re Obama (Sono in trappola, Obama) parlava dell'impatto della crisi economica mondiale sul lavoro di alcuni banditi in un distretto rurale dell'India. Uno dei banditi sta studiando l'inglese e sogna di emigrare in America. I banditi hanno poco lavoro, quando scoprono che c'è un ricco indiano venuto dall'America nella città. Lo rapiscono subito. Pensano di aver vinto la lotteria e sognano di diventare ricchi. Ma poi scoprono che l'uomo ha perso tutto nella crisi e sta fuggendo da una bancarotta. E' un film molto piacevole e divertente.

Il secondo film di dicembre che mi è piaciuto molto era "Band, Baaja, Baarat" (Orechestra, strumenti e processione del matrimonio). Dopo tante commedie romantiche insipide, alla fine il Bollywood è riuscito ad avere una bella commedia romantica come si deve.

Con due attori nuovi, Ranveer Singh alla sua prima apparizione e Anushka Sharma, l'attrice che è già apparsa in qualche film, BBB è la storia di due giovani che decidono di creare un'agenzia di matrimoni a Delhi.

Poster, Band Baja Baarat

Ho particolarmente gradito il sottofondo della storia, sulle differenze di classe nella società indiana. L'eroe è il ragazzo rurale che non sa parlare bene l'inglese ma è pieno di fiducia in se stesso, quasi il simbolo della nuova India emergente. La sua controparte è una ragazza che rappresenta la classica famiglia medio borghese di Delhi, ma anche lei rappresenta la nuova India.

Il linguaggio del film, tipicamente della zona ovest di Delhi, rende il film più autentico. Questi aspetti saranno difficili da apprezzare se uno non è di Delhi, e ancora di più con i sottotitoli o con il doppiaggio, ma in ogni caso il film è molto piacevole.

In dicembre è uscito anche Tees Maar Khan (Il casinaro) con Akshay Kumar e Katrina Kaif, del regista Farah Khan. Il film parlava di un grande ladro che fa finta di essere un regista del film per compiere una grande rapina in un treno. Il film è stato una grande delusione, nonostante una danza di Katrina Kaif, Sheila ki Jawani (la giovvinezza di Sheila) diventata molto famosa.

Tra i film usciti nell'ultimo quadrimestre del 2010, il mio consiglio è di guardare Band Baja Baarat, Guzaarish, Phas Gaye Re Obama e Dabangg.

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martedì 8 febbraio 2011

Museo comunale e unità d'Italia

Eravamo riuniti al secondo piano del edificio comunale, in attesa dell'inizio della visita guidata per conoscere le tracce dell'unità d'Italia lasciate dalla storia in questo luogo nel centro di Bologna. Ogni volta che torno in questa lunga e rettangolare sala, riscopro lo stupore, come la prima volta quando l'avevo vista. I muri coperti da affreschi delle tonalità calde della terra, dal marrone scuro al siena bruciato al nero, con in fondo la luce che entra dalle due finestre, è un luogo magico che mi incanta ogni volta.

Unità di Italia nel palazzo comunale di Bologna

La nostra guida era Mirtide Gavelli. Lei aveva subito chiarito che non era una storica dell'arte, ma soltanto una storica, per cui non dovevamo aspettare di conoscere il patrimonio artistico di questo meraviglioso museo dalla sua visita guidata.

Unità di Italia nel palazzo comunale di Bologna

Negli ultimi 13 anni, da quando ci siamo trasferiti a Bologna, sono stato al museo comunale dell'arte diverse volte. Ogni visita è stata una nuova scoperta, per conoscere la cultura, la storia, l'arte della città. Oramai cerco ogni volta che posso, ad aggregarmi alle meravigliose visite guidate che la città organizza periodicamente. Queste visite hanno cambiato profondamente il mio rapporto con Bologna, ma anche con il mondo.

Sembra incredibile, ma penso che non si riesce a vedere ne anche un elefante, se non sai che cosa è un elefante. Quando ero arrivato a vivere a Bologna, pensavo che i musei erano dei posti noiosi. Prima di venire a Bologna, avevo visitato tanti musei in diverse città del mondo. Non voglio dire che non avevo apprezzato i quadri di Van Gogh quando li avevo visit al museo d'arte di Londra, o la cappella Sistina ai musei vaticani, ma era un apprezzamento artistico, un po' distaccato e asettico.

Invece, sentire la storia come qualcosa di vivo, qualcosa che che mi riguarda personalmente, l'ho imparato a sentire a Bologna. I vari musei di Bologna, dal museo archeologico, al museo medievale, e al museo d'arte contemporanea, poco alla volta li ho scoperti tutti, tramite queste visite guidate.

Forse ha aiutato il fatto che a Bologna, l'entrata ai musei è gratuita. Non penso che sia la questione  di risparmiare 4-5 Euro, ma quando paghi un biglietto, vuoi avere il tempo necessario per visitare e vedere tutto per bene. Non paghi il biglietto per passare solo 5-10 minuti dentro il museo. Non lo senti come qualcosa che ti appartiene, non entri dentro solo per 5 minuti perché stai passando e vuoi rivedere solo un quadro che ti era piaciuto.

Questa mia scoperta di vedere la storia e la cultura di Bologna, non l'ho tenuta solo per me. Oggi Bologna ha molti studenti stranieri, compreso quelli che arrivano per gli studi specializzati e per i dottorati. Ho avuto occasione di conoscere molti studenti indiani venuti qui solo per alcuni mesi o magari per qualche anno. Più delle volte loro non parlano italiano, e non hanno il tempo di imparare la lingua, forse perché vivono in mezzo ad altri studenti stranieri, dove tutti parlano inglese, e studiano le loro materie in inglese. Così sento il mio dovere di farli conoscere la città, oltre l'apparenza superficiale. Già alcune volte ho accompagnato piccoli gruppi di studenti indiani per ripercorrere una visita guidata che avevo seguito, per farli conoscere una piccola parte di questo patrimonio.

Anche la visita di ieri sera era molto interessante. La storia del cardinale legato che governava Bologna, l'arrivo delle truppe francesi nel 1796, i dipinti dei fasci littorio nel palazzo comunale per simboleggiare la repubblica giacobina, la scelta dei tre colori della bandiera che sono stati dipinti in diversi modi nel palazzo, le repubbliche cispadana e cisalpine, l'avvio del periodo di 60 anni di rivoluzioni e attacchi che portarono all'unità d'Italia, ho capito alcune parti della storia italiana che prima non conoscevo.

Unità di Italia nel palazzo comunale di Bologna
Il fascio littorio dal 1797

Unità di Italia nel palazzo comunale di Bologna
Simbolo della repubblica cispadana giacobina

Unità di Italia nel palazzo comunale di Bologna
I colori della bandiera italiana espressi nel dipinto

Unità di Italia nel palazzo comunale di Bologna
Le città della repubblica cispadana (forse), poi cambiate e ridipinte con i colori della lega pontificia

Voglio esprimere un grazie alla città di Bologna per queste esperienze, e anche a Mirtide Gavelli, la nostra guida per questa visita.

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domenica 30 gennaio 2011

Suocere e Nuore

Da ragazzo a Delhi, pensavo che tutti i problemi legati ai rapporti tra le suocere e nuore, era qualcosa di specifico che riguardava solo l'India. Era uno dei temi più popolari nei racconti e nelle lettere delle lettrici che apparivano nelle riviste in Hindi indirizzate alle donne come Sarita, Manorama, Mayapuri, ecc. Oltre agli articoli sulla moda, sulla cucina, sulla pulizia della casa e su come prendere cura dei bambini, i problemi tra le nuore e le suocere, non potevano mancare da queste riviste.

Quando arrivavano a casa i parenti dalle città lontane per qualche matrimonio, le storie sulle suocere crudeli che facevano morire le povere nuore di stenti e di fame, e sulle nuore crudeli che stregavano i poveri ragazzi facendoli allontanare dalle famiglie, erano una parte importante delle chiacchiere pomeridiane.

Era una piccola sorpresa venire in Italia e scoprire che anche qui le storie sulle suocere e sulle nuore non mancavano, anche se non con quella intensità che si sente in India. Non solo in Italia, negli ultimi decadi, ho sentito infinite variazioni di queste storie, in più o meno tutti i paesi dove sono stato. Ci sono anche le storie dei suoceri ed i generi, ma non hanno lo stesso livello di melodramma e di intensità emotiva.

Una volta, questo tema era ricorrente nel mondo di Bollywood, ma ciò era prima dell'arrivo dei canali privati della tv. Se il tema delle telenovelas può essere considerato il metro per misurare l'importanza di un problema sociale nella vita delle persone, sicuramente in India, il tema delle suocere e delle nuore, nonostante i cambiamenti sociali e il progresso economico e sociale, continua ad essere fondamentale dato la sua continua e pervasiva presenza nei vari canali televisivi odierni. Una delle telenovelas più popolare degli ultimi anni è stata, "Kyonki Saas Bhi Kabhi Bahu Thi" ciò è, "Perché anche la suocera era stata una nuora".

Ho pensato al tema delle suocere e le nuore, quando ho letto il nuovo libro di Sudha Murty, "Il dollaro e la nuora" (Felici editore, 2010) tradotto in italiano da Jaya Murthy.

Sudha Murty, la scrittrice del libro è un'ingegnere ed è la moglie di Narayan Murty, il capo-fondatore di Infosys, una delle aziende di informatica più importanti del mondo, che ha fatto di Bangalore la silicon valley dell'India. Il libro è stato scritto proprio da questo stesso punto di vista, di una persona medio-borghese che conosce e apprezza le proprie radici tradizionali indiane, ma allo stesso momento, può guardare alla cultura occidentale in maniera equilibrata, riconoscendone i valori positivi e negativi.

Copertina, Il dollaro e la nuora di Sudha Murty, tradotto in italiano da Jaya Murthy

Il libro racconta la storia di Gowramma, una signora di Bangalore, e le due moglie di suoi figli Chandra e Ghirish. Chandra sposato con Jamuna, una ragazza ricca di Bangalore, vive in America mentre, mentre Ghirish sposato con Vinutha, una ragazza orfana e povera di Dharwad, vive con la suocera in India.

La prima parte del libro, centrata sul difficile rapporto tra la buona nuora Vinutha e la suocera Gowramma, accecata dalla ricchezza americana dell'altra nuora, è più vicina agli stereotipi indiani di suocere e nuore, dove tutto sembra suddiviso tra buoni e cattivi, senza molte altre sfumature.

La seconda parte del libro, centrata sulla visita di Gowramma in America e la sua scoperta dei diversi modi di essere indiani che hanno scelto di vivere in occidente, è molto più variegata, con tante diverse sfumature della diversità umana tra gli emigrati. Se per alcuni, America è sinonimo di perdere i contatti con le proprie radici, per altri, significa liberazione da tabù e oppressioni.

Il libro è chiaramente stato scritto per le sensibilità indiane con le sue melodramme e le sue emozioni, che ultimamente hanno trovato un apprezzamento anche in occidente tramite il mondo di Bollywood. In fatti, vi è già stata una telenovela indiana di grande successo basata su questo libro.

La sua traduzione in italiano, nel suo ritmo, nella scelta delle parole e nella costruzione delle frasi, riesce a mantenere l'originalità del testo in lingua indiana (kannada). Ho letto molti libri degli autori indiani tradotti da persone di grandi professionalità e sensibilità, ma non avevo mai avuta una sensazione come questa, quando ho letto questo libro, di leggere le parole in italiano con la cadenza indiana. Sembra che il libro segue in parte le regole della scrittura italiana e in parte le regole della scrittura kannada. In questo senso il libro ha un sapore esotico, che va oltre la trama della storia.

Il libro è anche una fonte autorevole per conoscere le tradizioni indù di Karnataka, raccontate in maniera naturale come parte del trama del libro, non inserite per spiegarle e raccontarle all'occidente come succede spesso con i libri scritti in inglese da autori indiani.

Se vi piacciono i film di Bollywood, non perdete questo libro. Penso che vi darà un po' di quelle stesse emozioni legate ai film masala. Non è grande letteratura, ma è un libro piacevole. Come tutti i film masala di Bollywood, si sa già come andrà finire la storia, ma il viaggio per scoprirlo ha i suoi momenti di sorpresa.

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