giovedì 19 gennaio 2006

Rientro traumatico

Non tutte le volte mi dispiace tornare dall'India. Anzi, delle volte quando sono in giro da molti giorni, non vedo l'ora di tornare a Bologna. Invece questa volta, il rientro è stato così difficile, quasi traumatico. Nei primi giorni, tutto sembrava così senza colore, senza vita. Forse ero un po' depresso.
Questa visita in India era magica dal primo momento. Il nostro volo si è atterrato a Delhi intorno alle 01,00 di notte e quando siamo arrivati a casa di Vinny, erano forse le 3,00. Vinny è venuta ad aprire la porta. Dopo i primi saluti sussurati per non svegliare gli altri, pensavo che tutti andremmo a dormire. Secondo il piano, le donne dovevano dormire sui letti mentre gli uomini, io, Marco e Arun, avevamo matterassi per terra. Invece ci siamo subito trovati seduti sui matterassi per terra a parlare. Poco dopo arrivarono Arun e Tuktuk, e poi, mia mamma e alla fine Pinky, tutti svegliati dal suono delle nostre voci, tutti sorridenti, a tuffarsi sui matterassi vicino a noi, sotto le coperte a scambiare le ultime novità.
Per tutto il periodo della nostra permanenza, è stato così, tutti insieme, vicini per sentire il contatto della pelle degli altri, per sentire il loro calore, a parlare, cantare e ballare. I nostri spazi personali erano ridottissimi, non c'era privacy quasi mai, c'era un'invadenza continua, ma era così piacevole questo sentirci insieme, forse un po' disperatamente perché tutti sapevamo che sarà difficile che ciò avverrà di nuovo in futuro.
Mia mamma, come per magia, aveva riacquistato il suo buon umore e memoria. Vederla tutta sorridente, ansiosa di farsi dipingere le mani con l'ennè, o ballare con gesti goffi insieme a Vinny mentre io, Pinky e Nadia cantavamo, era commovente.
Ecco alcune foto dai momenti pre-ceremoniali di questa visita.
La famiglia Deepak alla sera del fidanzamento di Marco, il 31.12.05

Una delle prime sere dopo il nostro arrivo, forse il 26 dicembre - Marco aveva fatto il modello, indossando il vestito comprato per la sera del ricevimento. In casa eravamo ancora in pochi perché le zie ed i cugini non erano ancora arrivati. Ad un certo punto, Vinny tirò fuori il dholak (tamburo) e iniziò a cantare.

Tutti insieme a Dilli Haat per fare gli acquisti e poi, a mangiare al restorante del Rajasthan.

Ho già messo le maggior parte delle foto relative a questo viaggio su Kalpana. Sono tutte organizzate in album, ma per il momento le spiegazioni sono solo in inglese. Prima vorrei finire di caricarle tutte, solo dopo, se ancora avrò voglia, potrò aggiungere anche le didascalie in Italiano e Hindi.

sabato 7 gennaio 2006

Buon inizio

Il modo migliore per iniziare un nuovo anno e' di partecipare ad un matrimonio. E' cosi' che abbiamo iniziato il nostro nuovo anno a nuova Delhi in India. Siamo arrivati a delhi il 26 dicembre e subito ci siamo messi a girare tra i negozi. I vestiti per il fidanzamento, quelli per il matrimonio sikh, quelli per il matrimonio indu', quelli per il ricevimento, gioelli da regalare alla sposa, menu per i 200 ospiti del ricevimento, organizzare l'orchestra per la parata dello sposo, fissare il cantante per la serata del ricevimento ... le cose da fare erano infinite, ma la piu' importante di tutti era ballare e cantare tutte le sere fino a notte tardi.

Nella casa di mia sorella dove eravamo ospiti regnava caos con parenti da tutte le parti, bagni occupati, qualcuno che voleva the' senza zucchero, altro che voleva tanto latte nel caffe', un altro che aveva mal di pancia. Per 10 giorni, abbiamo fatto le corse. Ora e' finito tutto e la casa si e' svuotata. Siamo impegnati nelle ultime cose da fare prima del nostro rientro in Italia fissato per il 12 gennaio. Nell'attesa di preparare l'album completo delle foto, ecco un assaggio di alcuni momenti significativi di alcune ceremonie di questo matrimonio.


Marco con i genitori pronto per il matrimonio sikh, vestito con il turbante.
Il papa' della sposa lega gli sposi durante la ceremonia nel tempio sikh
Marco con la moglie Atam Prabha e le sue cugine (venute da Italia) dopo il matrimonio sikh
Le sorelle della sposa hanno nascosto le scarpe di Marco durante la ceremonia al tempio sikh e lui deve trattare la penale da pagare con loro per riaverle
Le cugine e le zie dello sposo lo preparano per il matrionio indu'
Marco arriva sul cavallo per il matrimonio indu' ed e' ricevuto dallo zio e dal fratello della sposa
Scambio delle ghirlande da inizio alla cerimonia indu'
I neosposi con i respettivi genitori

Durante il matrimonio indu' i due sposi circondati dalle cugine e zie dello sposo
La mamma di Atam si emoziona
La serata del ricevimento
Finalmente sposati

martedì 20 dicembre 2005

Effetto serra?

Ho sentito del nuovo libro di Michael Crichton, dove lui affronta il tema del eco-terrorismo. Mi piace Crichton, l'immagine della sua persona, perché so che si era laureato in medicina e poi ha deciso di fare l'autore. Mi fa sentire certa comunanza con lui, forse avrei voluto farlo anch'io.

Poi, una volta avevo letto una sua esperienza personale di essere stato in un deserto per diversi giorni, seduto davanti ad un cactus cercando di comunicare con la pianta, e mi era piaciuta questa sua immagina di meditazione davanti ad un cactus.

I suoi libri, devo ammettere che purtroppo, non mi piacciono molto, ne anche come passatempo. Ho provato con diversi di loro e, proprio non riesco a leggerli.

Nel suo nuovo libro, penso che si intitola “Stato di Paura”, lui parla di organizzazioni non governative e agenzie interessate che "vogliono creare la psicosi sul tema del cambiamento climatico" e secondo lui, i ghiacciai (a parte i ghiacciai in Europa) non si stanno ritirando, anzi stanno crescendo. Così secondo lui, non stiamo andando verso il riscaldamento terrestre dovuto all’effetto serra ma verso un’era glaciale, e che questo non dipende dall’aumento dell’inquinamento. Insomma che Bush e i suoi amici, neocons, hanno ragione per non firmare il protocollo di Kyoto, che è solo un palliativo sbagliato e inefficace. Non so se questa descrizione dei contenuti di suo libro sia esatta.

Come si può immaginare, subito si è detto che Crichton è un repubblicano e sostenitore di Bush e sostenitore della guerra in Iraq.

Ma la teoria di Crichton mi lascia curioso e sono in attesa di leggere qualcuno che fa un ragionamento chiaro e obiettivo. Non mi piace quando si cerca di screditare persone e di negare qualcosa facendo riferimenti alle preferenze personali di un individuo. Mi dispiace per Crichton se lui davvero ammira Bush e concorda con la guerra in Iraq, e spero che riceverà un messaggio di buon senso magari da un cactus del deserto.

Ma, ho dato un’occhiata al libro, mi sembra pieno di note, riferimenti alle riviste scientifiche e agli studi, ecc. L'avevo preso in prestito dalla biblioteca, ma mi annoiava. Alla fine, invece di leggere il libro, ho letto qualche sua recensione.

Vorrei sentire qualcuno che rispondesse alle sue accuse in maniera chiara e puntuale. Per esempio, è vero che i ghiacciai stanno crescendo e non ritirando, a parte quelli in Europa?

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Il 25 dicembre partiremo per l'India e saremo via per tre settimane. Per cui approfitto per fare gli auguri di buon natale e un sereno 2006 a tutti i viandanti che arrivano alle pagine di questo blog.

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Oggi due foto da un viaggio in Angola.


lunedì 19 dicembre 2005

Salvaguardare l’onore

Capire il concetto dell’onore è fondamentale per capire la cultura indiana. Il concetto è molto ampio, ma uno degli aspetti chiave di questo concetto è il suo legame con il corpo delle donne. Il corpo della donna è proprietà del suo marito e deve essere salvaguardato affinché la ragazza può sposarsi e andare alla casa del marito. Prima o dopo il matrimonio, gli altri uomini non possono vedere o toccare questo corpo e in caso di rischio che la “purità” del corpo femminile sia compromessa, è meglio che lei muore. Morire per salvaguardare la “purità” del corpo rende la donna un esempio per le altre donne, la fa diventare l’oggetto di preghiera.

Oggi nelle città moderne dell’India forse questo concetto non è applicato in maniera così fondamentalista come esposto sopra ma il suo nocciolo centrale rimane comunque valido. Diversi gruppi in India hanno messo in discussione quest'idea anche se è molto radicata nella psiche collettiva. Penso che questo concetto è fonamentale per le società patriarcali, i quali devono controllare le donne. In fatti, l'onore riguarda soltanto i corpi femminili. Per questo motivo, penso che per mettere in discussione concetti come questo, le donne devono diventare indipendenti dal punto di vista economico.

Alla scuola avevo studiato la storia della regina Padmini, la moglie di un re in Rajasthan. A Delhi regnava imperatore Allauddin Khilji, il quale vide la regina una volta e ne rimase folgorato, e chiese il re di dargli la donna. Quando il re rifiuto, l’imperatore attaccò il castello del re. Quando la regina capì che suo marito era morto e il castello stava per essere invaso dalle truppe dell’imperatore, decise di suicidarsi insieme a tutte le donne dell’harem. La stanza dove tutte le donne si bruciarono dentro il castello di Amber, è ancora oggi un luogo di preghiera perché la regina Padmini aveva salvaguardato l’onore della sua famiglia.

Sullo stesso tema è basato il film Khamosh Pani (Aque silenziose) del regista pakistani, Sabiha Samar. Non molto lontano della frontiera con l’India vive la vedova Ayesha (Kiran Kher) con suo figlio Salim (Aamir), la quale si guadagna da vivere insegnando il corano ai bambini. E’ l’inizio del fondamentalismo islamico quando il generale Zia ul Haq fa impiccare il primo ministro Bhutto e si applica la legge islamica. Il film segue due filoni, narrativi. Il primo, l’attrazione della teoria islamica fondamentalista per i giovani e il secondo, l’arrivo di pellegrini Sikh dall’India per visitare il loro tempio vicino al villaggio. Salim, il figlio di Ayesha si avvicina ai fondamentalisti, mentre uno dei pellegrini Sikh, è il fratello di Ayesha, e cerca di contattarla.

Ayesha era una ragazza Sikh. Al momento della creazione del Pakistan, le famiglie Indù e Sikh del villaggio, mentre scappavano verso l’India, avevano chiesto tutte le donne delle famiglie di saltare dentro il pozzo per suicidarsi per “salvaguardare l’onore”. Ayesha, una bambina, era sfuggita, non voleva saltare dentro il pozzo. Rimasta sola nel villaggio, fu costretta a diventare musulmana e sposarsi con un ragazzo locale.

Quando Ayesha finalmente incontra il suo fratello, lei non è interessata a parlargli, “Non mi interessa parlare con te o di sapere come sta nostro padre. Se avete fatto morire tutte le donne della famiglia, per voi, anch’io sono morta quel giorno.”

In alcune parti del Pakistan, oggi “l’assassinio per onore” non è un crimine – ciò è se uccidi una ragazza della tua famiglia per “salvaguardare il suo onore” o l’onore della famiglia, o perché si è innamorata di un ragazzo o per qualunque altro motivo, ciò non è crimine. Alcuni gruppi in Pakistan stano lottando contro questa legge. Non è facile cambiare gli aspetti di una società che sono dentro il pensiero collettivo in maniera così profonda e radicata. Dall’altra parte, l’unico modo per cambiare le società è dal dentro, quando le persone che ne fanno parte, possono metterlo in discussione.

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Oggi due foto dal nuovo documentario del regista indiano, Arun Chadha, sull'educazione elementare per i gruppi indigeni dell'India.


giovedì 15 dicembre 2005

Pinter e Pintor

Fu Mariangela a introdurmi al mondo di Luigi Pintor.

Quando sentì che Harold Pinter ha vinto il premio nobel 2005 per la letteratura, il mio cervello ignorò la parola "Harold" e convertì "Pinter" in "Pintor". Wow! Ero proprio contento e volevo dirlo a Mariangela. Alla sera, a casa dissi a mia moglie che era strano che non se ne parlava di più in Italia, non è ogni giorno che uno scrittore italiano riceve il premio nobel. Per quanto ne so, l'unico altro vincitore italiano di questo premio (per la letteratura) è Dario Fo.

Comunque andai al sito del premi nobel per leggere il suo intervento di accettazione e fu soltanto allora che capì che il vincitore del premio è Harold Pinter, scrittore per il teatro, sceneggiatore e attivista politico. Già un anno fa in un'intervista sulla BBC, lui fu molto duro nella sua denuncia di Bush e Blair per la guerra in Iraq e chiedeva che entrambi fossi trattati per i crimini di guerra. Si può vedere questa intervista tramite internet.

Il suo intervento di accettazione del premio nobel, è altrettanto duro. Da una parte lui parla del proprio processo creativo e come i personaggio assumono la propria vita e non "obbediscono" più all'autore, dall'altra lui espone i propri pensieri politici. Secondo lui, le storie di repressione, crudeltà e morte in Unione Sovietica e sotto i regimi comunisti, sono stati ampiamente studiati e commentati, ma dall'altra parte, viene ignorato dagli studiosi, il ruolo giocato dall'America contro governi che vogliono portare i benefici legati all'educazione e alla salute ai propri cittadini, essi si trovano marchiati "comunisti" e l'America fa di tutto per distruggere questi regimi, sostituendoli con dittatori disposti ad ammettere multinazionali, ed a quel punto, iniziano le lodi dei benefici della loro democraticità.

E' un intervento molto duro e chiaro, non basato sulle emozioni, ma con degli esempi ragionati e razionali. Sicuramente, qualcuno l'avrà già tradotto in italiano, ma in tanto potete leggerlo anche in inglese al sito del premi nobel.

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