lunedì 21 novembre 2016

Il Girovago


L’ultima volta che avevo scritto il mio diario era in febbraio 2016, quando abitavo a Guwahati nella casa di Padre Paul e lavoravo come responsabile di un'organizzazione indiana che si occupa della riabilitazione delle persone con disabilità. Molto è cambiato da allora. Ora siamo in novembre e manca poco più di un mese al natale e al nuovo anno, 2017. Sono a Delhi mentre scrivo questo post.


In questi 9 mesi sono diventato un girovago, uno che cerca di mettere in atto il principio di “non attaccamento” raccomandato dai monaci buddisti. Quando vivi con tutto quello che hai, chiuso dentro una valigetta, è facile arrivare in un luogo nuovo e poi ripartire. Ciò non significa che partire sia sempre senza dolori e rimpianti. Anzi proprio il contrario. Forse, ciò vuol dire che mi manca ancora molto per assimilare il principio di non attaccamento.

Avevo concluso il mio contratto con l’associazione per la quale lavoravo a Guwahati e in maggio 2016 ero tornato in Italia per alcuni mesi, dove tra l’altro, ho partecipato al matrimonio di mio figlio. Nella foto qui sotto potete vedere la famiglia Deepak al completo.


Tornato di nuovo in India, invece di un lavoro fisso, ho deciso di collaborare con diverse associazioni locali, sopratutto con le organizzazioni di base. Diciamo che in questo momento della vita mi piace scegliere i miei impegni volta per volta.

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La regione di Bundelkhand è situata nella parte centro-nord dell’India. In ottobre, ho avuto l’opportunità di visitare alcune città di questa regione (Gwalior, Jhansi, Orchha e Khajuraho) quando sono stato invitato da una piccola associazione a tenere un corso di formazione per i genitori dei bambini con la paralisi cerebrale.

Durante questa visita sono stato ospite presso una famiglia in un villaggio vicino a Orchha. E’ stata un’esperienza molto bella. Erano i giorni della festa della luce (Divali) per cui tutta la famiglia che mi ospitava, compreso i bambini, era impegnata nelle pulizie della casa. Una mattina tutti si sono messi a dare il colore rosa alla casa.


Alla sera della festa di Divali, ho accompagnato i due ragazzini della casa, Vishal e Sahil, a portare le piccole lampade di terracotta riempite di olio ad un piccolo tempietto sotto un albero e poi a piazzare altre lampade sui muri della casa. Era una delle feste di divali più belle che avevo passato in questi ultimi anni. La semplicità e la povertà della celebrazione, mi faceva pensare a come la celebravamo quando ero piccolo.


Nella ragione di Bundelkhand mancano i servizi di sostegno e di riabilitazione per i bambini cerebrolesi. Le famiglie non sanno dove andare per chiedere i consigli e l'assistenza. Per esempio, la città di Khajuraho, famosa in tutto il mondo per i suoi templi erotici, e riconosciuta da Unesco come il patrimonio dell’umanità, ha circa 30.000 abitanti ma nessun fisioterapista.

Abhay gestisce un negozio a Khajuraho ed è il padre di una bambina con la paralisi cerebrale. Lui mi ha raccontato la sua situazione: “Due volte alla settimana, devo portare mia figlia a Chhattarpur, a 30 km da qui per la terapia. Lei non ci vuole andare perché quel terapista è molto severo. Se lei non fa gli esercizi come li vuole lui, la colpisce sulle gambe con una bacchetta. Non mi piace quella persona ma non so cosa altro fare. Non c'è nessun altro a quale posso chiedere consigli. L'ho portata agli ospedali di Jhansi e di Gwalior, ma a parte tutti i test che le fanno, non ci sanno dire che cosa possiamo fare per rendere la vita della mia figlia più facile.”

Tanti genitori mi hanno chiesto di aprire un centro e di andare a vivere nei loro villaggi. Uno mi ha detto che se andavo a lavorare nel suo villaggio, mi avrebbe offerto un pezzo di terreno per costruire un centro di riabilitazione. Era difficile dire di no a queste persone ma non avevo altra scelta.

Ho suggerito a persone come Abhay di creare una loro associazione e di identificare alcuni genitori ad essere formati per fornire l’assistenza ai bambini cerebrolesi. Dopo qualche giorno di discussione hanno già identificato due mamme per la formazione. Comunque, non so se questa idea funzionerà perché sembra che non vi sono corsi di formazione adatti per i genitori in questa parte dell’India. L’unico centro di formazione che ho trovato è a Calcutta ma loro dicono che è troppo lontano. Mancano anche i manuali e altro materiale didattico semplice indirizzato ai genitori in lingua Hindi.

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La parte più bella di girovagare è quella di incontrare nuove persone e di ascoltare le loro storie. Spesso incontro altri girovaghi, sopratutto persone senza fissa dimora che vivono come mendicanti, alcuni dei quali sono i sadhu, quelli che portano il vestito arancione per mostrare che hanno rinunciato a tutti i loro averi mondani.

Così, una sera alle rive del laghetto a Khajuraho, ho incontrato Saheb Singh e Baba Gyan Dev. Saheb Singh ha 77 anni e per tutta la vita ha seguito i principi di Mahatma Gandhi. Nel 1957, era andato a vivere per un anno nel ashram (centro spirituale) di Gandhi a Sabarmati. Durante quel anno passato a Sabarmati, lui era andato anche a Dandi e aveva ripercorso a piedi la famosa camminata di Gandhi fatta per la protesta del sale (nel 1930 a Dandi, Mahatma Gandhi aveva lanciato la protesta contro le leggi dei coloni inglesi che vietavano la produzione di sale agli indiani). Era bello sentirlo parlare della sua vita con i personaggi famosi della storia indiana, come Vinoba Bhave e Sushila Nayar.


Dopo questa esperienza Saheb Singh aveva deciso di diventare insegnante - ha insegnato ad una scuola media e ha dedicato la sua vita a promuovere i pensieri di Mahatma Gandhi.

Baba Gyan Dev invece ne ha 68 anni, fa il sadhu e porta il vestito arancione di uno ha rinunciato a tutti i suoi beni materiali. Mi ha raccontato del suo matrimonio a 15 anni, dei suoi due figli e vari nipotini, e della sua decisione di lasciare il tutto 20 anni fa quando era morta sua moglie. Ha un’ulcera al ginocchio destro che rifiuta di guarire nonostante tante cure e medicinali. Quando gli ho chiesto, lui ha ammesso che deve alzarsi 3-4 volte ogni notte per urinare. Gli ho spiegato che probabilmente lui ha il diabete e se non lo curerà, quell’ulcera non guarirà.

“Non ho il diabete”, lui mi ha risposto con un sorriso, “perché mangio regolarmente le foglie di una pianta ayurvedica che guarisce il diabete, per cui non l'ho.”

“Perché non provi a farti controllare il sangue e le urine?”, ho provato a convincerlo, ma ha scosso la testa. Alla fine gli ho comprato un antibiotico e il materiale per la medicazione.

Un altro incontro interessante l’ho avuto nei pressi di Orchha con un altro sadhu-mendicante che si chiamava Pyare Das. Lui era diventato il girovago perché la moglie del suo figlio non lo trattava con il dovuto rispetto. “Se non hai la tua moglie, sei come un cane del lavandaio, nessuno ti vuole. Le moglie dei figli non prendono cura di te come l'avrebbe fatto tua moglie”, mi ha raccontato con un timido sorriso.

Dopo mi ha raccontato anche delle sue visioni della dea madre che gli appare quando è da solo.

"Non puoi chiedere alla dea di darti un po' di comodità nella tua vecchiaia invece di girare così da un posto al altro?" gli ho chiesto. Mi ha risposto con una grande risata, "Perché mai dovrei volere più comodità? Ho già tutto!"


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I famosi templi erotici di Khajuraho sono molto belli, con delle strutture graziose e elaborate, piene di belle sculture. Invece le loro statue erotiche non mi hanno convinto. Non sono molte e comunque, mi sembra che hanno solo 4-5 varianti di queste statue che si ripetono in tutti i templi.

In confronto, il tempio del dio sole di Konark sulla costa orientale dell’India ha solo un tempio, ma secondo me, ha le sculture erotiche più varie e più belle. Secondo la leggenda il primo tempio di Konark era stato costruito da Samba, il figlio del dio Krishna, per ringraziare il dio per la sua guarigione dalla lebbra.

A Gwalior ho sentito un’altra storia legata alla lebbra – si dice che le acque del laghetto di Surajkund sulla collina, dentro le mura della rocca, hanno il potere di guarire dalla lebbra. La guida che mi accompagnava ha giurato di conoscere personalmente 4 persone che soffrivano della lebbra e che sono guarite quando hanno fatto un bagno nel laghetto.


Gli ho spiegato che ora la lebbra si cura facilmente con le medicine e che queste medicine sono disponibili gratuitamente presso tutti gli ospedali governativi, per cui oltre al bagno nel laghetto, sarebbe opportuno che le persone affette da questa malattia prendono anche le medicine.

"Tu sei un medico moderno, non credi ai miracoli!" lui mi ha risposto con un sorriso.

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La visita nella regione di Bundelkhand è stata molto appagante. Il rapporto umano con i genitori dei bambini disabili è stato emozionante anche se alla fine mi è sembrato che i loro bisogni sono molto più grandi di quello che posso offrire.

E' stato molto bello anche dal punto di vista culturale. Visitare la valle delle statue gianiste giganti scolpite nelle rocce della montagna a Gwalior, la fila dei monumenti chiamati Chhattri lungo il fiume Betwa a Orchha, ed i templi di Khajuraho, sono state tutte delle esperienze indimenticabili. Le immagini qui sotto presentano questi tre luoghi.


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Qualche mese fa ero andato a valutare un progetto di lotta alla lebbra nei distretti di Dhule e Jalgaon nello stato di Maharashtra, nella parte centro-ovest dell’India. Era la prima volta che visitavo quella parte dell’India.

Da una parte ho visto come sta cambiando l’India delle piccole città distrettuali – le case e le strade sono diventate più belle e vi sono molte più macchine e moto in giro. Dall’altra, ho visto le difficoltà delle persone che vivono nei villaggi a raggiungere i servizi sanitari rurali. Ho accompagnato nei villaggi le donne operatrici sanitari conosciute come ASHA e ho visto il grande servizio che queste offrono alle comunità rurali. Dall’altra parte, sono rimasto sorpreso e scioccato da quanti malati di lebbra vi sono ancora senza trattamento nei villaggi.

Sono passati più di 10 anni da quando l’India ha annunciato che la lebbra non è più un problema di salute pubblica. Per questo motivo, non mi aspettavo di vedere i malati di lebbra con la malattia in fase avanzata come succedeva 20 anni fa. Invece, purtroppo ho trovato la situazione particolarmente grave nei villaggi delle tribù indigene.


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Mancano pochi giorni alla fine di novembre. Alla mattina e alla sera, comincia ad essere freschetto, anche se durante il giorno le temperature sono miti.

Circa 2 settimane fa, una sera il primo ministro indiano ha annunciato a sorpresa che tutte le banconote di taglio grande non erano più valide. Da allora, tutte le mattine vi sono lunghe file davanti agli sportelli delle banche per far cambiare le banconote vecchie con quelle nuove. Per la più parte, sembra che la gente ha accettato questa misura come una medicina amara per contrastare la corruzione e per bloccare il giro dei soldi neri.

I giorni passano veloci. Sono impegnato in una ricerca che coinvolge le comunità tradizionali delle persone transgender e nella preparazione di un manuale in lingua Hindi per i genitori dei bambini con la paralisi cerebrale. Immagino che altri manuali di questo esistono da qualche parte ma forse sono solo nelle versioni cartacee e sono difficili da trovare. Non ho trovato niente sull'internet.

Fra qualche giorno riprenderò il mio girovagare. Questa volta andrò dalle parti di Mumbai (Bombay) sulla costa occidentale dell'India.

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domenica 28 febbraio 2016

Le isole di Brahmaputra

Fine dicembre 2015

È già passato un altro anno! Mi sembra che più gli anni passano, più passano veloci.

Mi ero promesso che scriverò più spesso su questo blog, non tanto per gli altri ma sopratutto per me stesso. Perché quando guardo in dietro ai mesi passati, riconosco di aver passato dei momenti esilaranti, di aver vissuto delle esperienze piene di emozioni, e mi rendo conto che i ricordi di alcuni di questi momenti sembrano già sbiaditi e confusi. Se ne parlavo sul blog, avrei ricordato quelle esperienze molto di più. Invece, nonostante tutte le mie promesse, faccio fatica a scrivere qualcosa.

A parte le 3 ragazze che lavorano in cucina e fanno le pulizie, in questi giorni sono da solo in questo enorme edificio, che ospita le sedi di 5 associazioni di volontariato e un ostello. Tutti gli altri uffici sono già chiusi per le ferie di natale e riapriranno nel 2016. Padre Paolo, il responsabile di questa struttura e oramai il mio amico e compagno di chiacchiere serali, è andato a casa in Kerala nel sud dell’India per le ferie di natale e anche lui tornerà ai primi di gennaio. (nell'immagine qui sotto, la cattedrale di Guwahati vicino alla nostra casa).

La cattedrale di Guwahati, Assam India - Images by Sunil Deepak

Se avete letto il mio blog altre volte, forse vi ricorderete che nel marzo 2015 avevo preso in affitto una casa dei colori sgargianti qui a Guwahati. Adesso, non abito più in quella casa. Qualche mese fa ho avuto problemi di salute. Non mi sentivo più al sicuro nella mia casa dove vivevo da solo. Così sono tornato a vivere nel centro di padre Paolo, dove avevo iniziato il mio soggiorno in questa città.

Ero tornato in India da Italia nel giugno 2014. Dopo un girovagare in alcuni stati dell’India, ero approdato a Guwahati e qui mi ero fermato. In questo periodo, ho dovuto affrontare alcuni problemi di salute più o meno grandi. Comunque sono felice che nonostante tutto sono riuscito a restare qui ed a portare a termine le responsabilità che avevo assunto. Devo riconoscere che senza l'aiuto di padre Paolo, forse non c'è l'avrei fatta a resistere qui così a lungo!

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In questi giorni con noi c’è anche la mia nipote Mika, figlia di mia sorella, venuta a passare le ferie di natale con me. Con lei faccio il turista. Insieme andiamo a visitare la città. Domenica scorsa eravamo andati al tempio di Bashistha alla periferia della città, dove il fiume Bharalu passa tra le rocce e crea delle piccole cascate.

Avevo sentito di elefanti selvaggi in questa zona, nella collina oltre il tempio. Così avevamo deciso di esplorare questa zona. Un piccolo ponte sul fiume ci aveva portati su un sentiero che seguiva il fiume. Lungo il sentiero, cetinaia di famiglie povere venute dalla compagna hanno costruito le loro capanne. Alcune sono delle case in muratura, forse perché sono delle persone già stabilitesi da un po' tempo. Era una sorpresa trovare così tante case in questa zona che sembra una foresta e dove non vi sono mezzi pubblici di trasporto.

La parte della foresta dall’altra parte del fiume è una zona protetta dove è probito tagliare gli alberi e dove vi sono molti animali. Il fiume Bharalu che sembra una fogna nera nella città, qui ha le acque limpide ed è molto bella mentre passa tra le rocce nere. Lungo il fiume vi sono alcuni templi, compreso un tempio dedicato al dio Ganesh, il dio con la testa di elefante – il tempio è fatto nella forma di un grande elefante. Dentro il tempio, la statua del dio è rappresentata da una grande roccia nera.

Il tempio dell'elefante, Assam India - Images by Sunil Deepak

Spesso in questa parte dell’India, le “statue” nei templi sono delle rocce dove i sadhu (gli asceti che portano i vestiti di colore arancione) possono “sentire” l’energia della terra. Queste rocce hanno i nomi dei Dei indù, ma non sono delle vere statue. Questo modo di culto, ciò è, riconoscere l’energia della terra madre e venerarla, è comune in induismo, soprattutto in questa regione e tra molti popoli tribali che vivono nelle foreste e nelle montagne dell'India.

Nella foresta abbiamo trovato un altro tempio, nascosto su una collina – questa volta si trattava di una piccola capanna vicino ad una grande roccia con la forma di un elefante sdraiato. Nabeen baba, il sadhu che vive qui e che prende cura del tempio mi ha mostrato alcuni punti specifici della roccia dove secondo lui, si poteva sentire l’energia uscire fuori dalla terra come un sorgente d’acqua.

La capanna di Nabeen baba, Assam India - Images by Sunil Deepak
La roccia dell'energia, Assam India - Images by Sunil Deepak

“Non sento niente”, gli avevo detto, allora si era messo a ridere.

“Hai troppa fretta! Devi fermarti qui, fare della meditazione e calmarti. Dopo sentirai quello che dice la terra, ti garantisco!” mi aveva detto con un sorriso.

Ci aveva parlato di una grotta, qualche chilometro più avanti in quella foresta, conosciuta come “la grotta del guru Vishwamitra”. Secondo Nabeen baba, questa grotta è piena di energia e meditare dentro questa grotta è un’esperienza speciale, che ti aiuta a risvegliare il tuo “kundalini”, l’energia che dorme dentro il nostro corpo.

Eravamo stanchi quel giorno e non eravamo andati a cercare la grotta di Vishwamitra.

Non abbiamo visto nessun elefante selvaggio, ma è stata una bella passeggiata in mezzo alla natura.

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Fine febbraio 2016

Avevo cominciato a scrivere questo post in dicembre. Invece siamo quasi in marzo e devo ancora finire di scriverlo!

Qualche mese fa, ero andato a visitare una delle isole del fiume Brahmaputra insieme all’associazione C-NES (Centre for North-East Studies) di Guwahati. Prof. Sanjoy Hazarika, il fondatore e presidente onorario di questa associazione abita vicino alla nostra casa a Nuova Delhi, dove lui insegna all’università.

Il fiume percorre circa 750 km in questa parte dell’India prima di passare nel Bangladesh. Vi sono dei punti dove il fiume supera dei chilometri in larghezza. Vi sono centinaia di isole abitate in questo fiume. L’associazione di Sanjoy gestisce una quindicina di progetti in altrettanto distretti dell’Assam. Il loro progetto più importante è quello di portare le cure sanitarie di base nelle isole tramite l’equipe itineranti che viaggiano sulle barche-ospedali.

Barca ospedale di C-NES, Assam India - Images by Sunil Deepak

Ero andato con una di queste barche-ospedali, insieme al loro personale sanitario. Arrivati sull’isola, un ambulatorio era stato allestito sotto gli alberi e un centinaia di persone, soprattutto donne e bambini, erano arrivati a farsi vedere.

Ambulatorio di Daurodoba, Assam India - Images by Sunil Deepak

Anche i turisti vanno a visitare alcune di queste isole. Viste dagli occhi dei turisti sono dei posti meravigliosi, con la sabbia fine e bianchissima, con delle viste sul fiume mozzafiato e con una varietà di uccelli da osservare. Invece viste dagli occhi dalle persone che vivono su queste isole, sono dei posti disgraziati senza servizi e precari, perché ogni anno, durante il periodo delle piogge, molte delle isole vanno sotto acqua.

Nei villaggi lungo il fiume, queste persone delle isole non sono ben viste. “Sono immigrati del Bangladesh illegali, bisogna mandarli in dietro in Bangladesh”, una persona mi ha detto nel piccolo ristorante lungo il fiume dove eravamo fermati per bere qualcosa.

L’aumento della popolazione musulmana in questa parte dell’India ha creato molta preoccupazione e risentimento. “Il cambiamento demografico cambierà chi verrà eletto al parlamento nelle prossime elezioni”, mi ha detto la persona al ristorante.

Con Sanjoy avevo ipotizzato la conduzione di una piccola ricerca per capire quante persone disabili vivono nelle isole, come sono le loro vite, e quali problemi affrontano. Questa indagine dovrebbe aiutarci a capire se C-NES vuole avviare un progetto a favore delle persone disabili che vivono sulle isole.

Così qualche giorno fa sono andato a condurre un’indagine in un’isola del fiume Brahmaputra a circa 80 km da Guwahati. Per arrivare all’isola, ci ho messo quasi 5 ore. Con la sabbia bianca molto fine, i canali d’acqua del fiume e migliaia di persone che vivono qui tagliate fuori dal mondo – è un mondo austero e difficile! Penso che ora va un po' meglio perché con i telefoni cellulari, il senso di isolamento dovrebbe essere allentato. Esiste anche una linea di barche che collega le isole tra di loro e con la terra ferma.

Austera bellezza delle isole di Brahmaputra, Assam India - Images by Sunil Deepak

Le donne ASHA che lavorano con il programma di salute comunitaria avevano sparso la voce tra gli abitanti e sono arrivate molte persone con disabilità per farsi vedere. Molte di loro, compreso molti bambini, vivono isolati senza essere mai andati a scuola o da uno specialista. Nessuno di loro aveva un certificato di disabilità, e nessuno sapeva dei tanti programmi governativi a favore delle persone con disabilità.

Le persone disabili a Pithakaity, Assam India - Images by Sunil Deepak

Persone cieche, persone con paralisi cerebrale, persone con disabilità genetiche, persone anziane con la cataratta, persone meno anziane che fanno fatica a leggere e tessere, quelle senza gamba o con altri problemi di ambulazione …. e una marea di persone sorde, sordità causata da infezioni dell’orecchio!
Tutti speravano in qualche risposta da me.

Sono tornato da questa visita con un senso di rabbia e di frustrazione. L’India dei diritti è ancora lontana dalle persone delle isole. Spero che la mia indagine aiuterà C-NES e altre organizzazioni a fare di più per le persone disabili delle isole.

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A circa 3-4 km da nostra casa, c’è uno dei centri culturali più importanti di Guwahati - si chiama Kalakshetra (Centro delle arti), e ospita un museo antropologico, una galleria d’arte e un teatro dove spesso si organizzano degli eventi culturali. Vicino c’è anche lo Shilpagram (Villaggio dell’artigianato) dove organizzano delle fiere e dei mercati di artigianato.

Avevo letto di un’iniziativa internazionale d’arte che si sarebbe tenuta a Kalakshetra. Così una domenica pomeriggio ho deciso di andare a fare una passeggiata e a verificare di persona di che cosa si trattava. L’iniziativa si chiamava Olympia International Art Exhibition e aveva portato una cinquantina di artisti da diversi paesi del mondo a Guwahati. Tra di loro vi erano 3 artisti italiani – Maria Luisa Branduardi, Maria Pia Michielon e Vittorio Tonon. Era una sorpresa molto piacevole trovarli e a conoscerli un pocchino.

Maria Pia Michielon abita a Bassano del Grappa, non molto lontano da Schio! Durante il mio prossimo viaggio in Italia, le ho promesso di andare a trovarla. E lei mi ha promesso di fare da guida al museo di Bassano!

Maria Pia Michielon, Kalakshetra, Guwahati, Assam India - Images by Sunil Deepak

Gli artisti dovevano fermarsi a Guwahati per una settimana, ma quella settimana ero tutto preso da un corso di formazione. Così non ho potuto a tornare a Kalakshetra a trovarli di nuovo.

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India continua ad essere una società fortemente gerarchica, soprattutto nelle periferie, nelle piccole città e nei distretti. In questa gerarchia, i politici e gli ufficiali governativi sono in cima. Anche il Kalakshetra è un’istituzione governativa, dove si vede questa gerarchia.

Ogni volta che vi è un programma culturale presso il Kalakshetra, si possono vedere questi funzionari, gonfi della propria importanza questi girano come dei pavoni, circondati dai loro sotto ufficiali che li guardano con adorazione. Nessun programma può iniziare senza prima portare i saluti a queste persone e qualche loro discorso.

In una delle feste culturali presso Kalakshetra ho visto una prova estrema di questo comportamento. Avevano messo alcune sedie per gli alti funzionari sul palcoscenico. Lo spazio davanti al palcoscenico era tenuto libero per i danzatori, e poi vi erano le sedie per il pubblico. Penso che quel pomeriggio vi erano almeno 200 persone ad assistere allo spettacolo tra il pubblico.

5-6 alti funzionai erano seduti sul palcoscenico. Il gruppo di danzatori danzava girato verso questi funzionari e dava la schiena al pubblico. Tutto lo spettacolo si era svolto così. Fortunatamente vi erano alcuni momenti quando i danzatori giravano e così anche il pubblico poteva guardarli ma per la più parte potevamo vedere soltanto le loro schiene!

La danza delle schiene, Guwahati, Assam India - Images by Sunil Deepak

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Amo lavorare insieme ed a insegnare alle persone che lavorano a livello comunitario con le persone disabili. Spesso tra di loro vi sono i famigliari delle persone con disabilità. Alcuni di questi operatori sono loro stessi delle persone con disabilità.

Penso che sia fondamentale simplificare le conoscenze mediche affinché anche questi operatori comunitari possono apprendere queste conoscenze e aiutare le persone disabili nei villaggi e nelle famiglie. Questo è importante perché le conoscenze mediche specializzate si trovano solo negli ospedali delle grandi città. Molto spesso sono degli ospedali privati. Le persone delle piccole città provinciali e ancora di più, quelle che vivono nei villaggi, non possono accedere a questi ospedali (anche se alcuni di loro hanno delle agevolazioni per le persone più povere).

Ma il coninvolgimento e la formazione del personale comunitario è importante anche per un altro motivo. Le disabilità sono problematiche croniche, non basta una visita allo specialista o qualche ciclo di terapia - spesso esse necessitano di un cambiamento dello stile di vita mentre le attività di cura e di prevenzione sono da praticare tutti i giorni. Gli specialisti degli ospedali non hanno il tempo per spiegare e insegnare alle famiglie. Penso inoltre che molti di loro non capiscono la fondamentale importanza di spiegare e insegnare alle famiglie.

Anni fa quando ero all’AIFO avevo coordinato qualche corso per il personale comunitario. Qui a Guwahati, ho ripreso questa attività e ho organizzato qualche corso. Uno di questi corsi, tenuto in gennaio di quest anno, era per i bambini con paralisi cerebrale e per i bambini con problemi di apprendimento. Abbiamo preparato i materiali di questo corso nella lingua locale (Assamese). E’ stato uno delle cose più gratificanti che ho fatto ultimamente.

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Avevo il compito di avviare un nuovo ufficio regionale dell’ong Mobility India a Guwahati. Loro hanno la sede a Bangalore nel sud e vogliono fare più progetti in questa parte dell’India perché è più povera e sottosviluppata.

Fra due mesi concluderò il mio contratto. Quando avevo iniziato questo lavoro avevo promesso loro di restare qui per 3 anni. Invece ho deciso di non continuare dopo la fine dell’attuale contratto. In gran parte l’ufficio regionale di Mobility India è già stato avviato. Abbiamo sviluppato diverse attività e da qualche mese, abbiamo iniziato un importante progetto di ricerca sulla disabilità.

Dovevamo iniziare anche un laboratorio di ortesi e protesi, che non ho potuto fare, ma penso che altre persone più esperte di me in quel settore potranno portarlo avanti meglio di me. E’ stata un’esperienza molto bella e gratificante, ma è anche stata un po’ troppo impegnativa per me.

Essere responsabile di un ufficio regionale in grande espansione significa occuparsi anche delle questioni amministrative, ed è l’aspetto di questo lavoro che trovo meno gratificante. Per il momento il mio programma è di completare questa esperienza e di tornare a casa a Schio per passare qualche mese con mia moglie. Poi deciderò come voglio continuare questa mia esperienza.

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Mi dispiacerà lasciare Guwahati – oramai la sento come casa. La mia camera presso il centro di padre Paolo è il mio rifugio. Le pareti di questa camera sono rosa, come quelle della casa dove abitavo, ma per fortuna, questo colore rosa è meno forte!

Tutte le mattine vado a fare un giro sulla bicicletta, quando le strade sono ancora deserte. Non oso uscire più tardi, perché il traffico mi sembra troppo caotico!

Una mattina a Guwahati, Assam India - Images by Sunil Deepak

Una delle strade vicine alla nostra casa è chiusa al traffico tutte le mattine dalle cinque alle sette. Molte persone di questa zona escono a passeggiare alla mattina così questa strada è sempre piena di persone. Qui non fa molto freddo in questi giorni. Alla mattina, penso che vi sono almeno 15-16 gradi. Invece vedo molte persone che portano ancora maglioni, passamontagne, sciarpe e guanti di lana per affrontare questo freddo! Quando li vedo, mi fanno sorridere, sembra che siamo al polo nord.

Ogni tanto arrivano gli ospiti in casa. Sono soprattutto le suore e i preti, di passaggio da qualche parte lontana di questa regione dell’India. Da qui prendono treni o aerei e partono per tornare in “India”. Da come ne parlano, sembra che siamo su qualche isola lontana dall’India!

Oramai leggo bene la lingua locale e quando la parlano posso capire più o meno quello che dicono, soprattutto se sono delle persone istruite che parlano la lingua ufficiale. Faccio più fatica con i dialetti delle persone venute dai distretti. E non sono ancora capace di parlare questa lingua (assamese).

Mi dispiacerà salutare padre Paolo. In questi mesi, lontano dalla famiglia, è lui la mia famiglia. Qualche volta discutiamo di politica. Qualche volta parliamo di religioni. Più spesso parliamo delle nostre giornate, delle piccole cose successe durante la giornata, dei nostri dolori e doloretti quotidiani.

Padre Paul, NECHA, Assam India - Images by Sunil Deepak

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