lunedì 23 giugno 2014

Gli Ultimi granelli

Avevo capovolto la clessidra e il conto alla rovescia si era iniziato. Oramai sono rimasti pochi granelli di sabbia in quella clessidra. Fra due giorni partirò per iniziare una nuova avventura in India.

In questi giorni incontro continuamente amici, colleghi e parenti. E’ il momento di dire addio. Tutti mi chiedono, "Come ti senti?" E spesso non so da dove iniziare. Alla fine sorrido e rispondo qualcosa, ma faccio fatica a spiegare tutte le mie sensazioni, spesso così contraddittorie, forse perché non saprei spiegarle anche a me stesso.

Il controllo e la pulizia dei cassetti e degli armadi si era iniziata mesi fa. La mia collezione di libri in hindi è andata ad una biblioteca di Bologna e quelli di libri sull'India in inglese è andata ad un'altra biblioteca specializzata.

I vestiti sono stati controllati e divisi in diversi mucchietti - questi li porterò via, questi bisogna tenerli qui, questi si possono dare via, questi sono da buttare, e così via.

Mio figlio ha guardato la mia collezione di cravatte con stupore, anche perché non mi aveva visto con una cravatta da diversi anni. Chissà perché così tante persone mi avevano regalato le cravatte in tutti questi anni? Comunque, non mi piace portarle e ne ho diverse ancora imballate. "Forse puoi venderle sull'ebay?", ho suggerito a mio figlio.

Dischi, foto, scatole varie, statuine, ricordi dei viaggi – tutte cose che si accumulano senza rendersene conto, e ora bisogna che decido cosa ne voglio fare. Tutto questo mi dà strane sensazioni. Penso che se morivo improvvisamente, qualcun altro avrebbe fatto questo stesso lavoro al mio posto.

Mi sveglio durante la notte e mi sento male. Cerco di leggere qualcosa per calmarmi, ma spesso sto sveglio per delle ore. In altri momenti penso al lavoro che farò in India e mi sento felice per questa mia scelta. In quelli momenti, non vedo l'ora che inizi questa mia nuova vita. Poi penso a mia moglie e a mio figlio e mi chiedo se sono pazzo per pensare di andare via così lontano da loro!

Dopo aver preso un salario mensile e la sicurezza del lavoro da dipendente, partire senza sapere esattamente che cosa farò e dove vivrò, mi fanno un po' di paura. Devo continuamente ricordarmi che non vado via per cercare la sicurezza. Ogni volta che mi sento tentato da una proposta di collaborazione, devo ricordarmi che non voglio niente che richiederà di passare maggior parte del mio tempo in un ufficio o a partecipare alle riunioni.

Un’idea di quello che farò in India c’è l’ho. E' molto probabile che andrò a vivere con un piccolo gruppo di idealisti che lavorano con alcune tribù, soprattutto con le donne e le bambine delle tribù, nella parte centrale dell'India. Mi hanno chiesto di aiutarli ad iniziare le attività di salute comunitaria in questa zona. Non ho illusioni romantiche per questa scelta, ma tra tutte le proposte che ho ricevuto, è quella che mi convince di più.

Diversi amici dall’Europa e dall’America, mi hanno raccomandato di informarli qualora avrò bisogno di aiuto, ma credo che il mio lavoro dovrebbe svilupparsi in maniera sostenibile, adatto alle esigenze locali e alle idee delle persone con le quali collaborerò. Credo che le grandi opere e tanti fondi non portano sviluppo reale nelle comunità povere, penso invece che lo sviluppo dovrebbe nascere dal basso. Venite a trovarmi se potete, gli ho risposto!

Per concludere questo post, vi riporto un estratto di una lettera che mi hanno scritto Don Silvio e Maria Grazia, due amici con i quali i miei legami di affetto durano da diversi decenni e che sono stati testimoni di diversi momenti fondamentali della mia vita:
"Sappiamo che in AIFO tu hai sempre lavorato per i più deboli, più poveri e sfortunati, e i diversamente abili, in modo dirigenziale, su progetti, prospetti e realizzazioni; ora tu desideri esercitare la tua professione di aiuto in modo diretto a tu per tu con i poveri.
Sia questo tuo desiderio accompagnato anche dalla nostra 'condivisione', da quella di Nadia, tua moglie e da Marco, tuo figlio.
Non sia incapacità di comprendere o sofferenza per vederti andare per nuove vie, ma gioia di lasciarti libero e contemporaneamente amato come sempre e forse di più.
Il tuo Dio e il nostro Dio, ti accompagnino in questa nuova strada facendoti percorrere la giusta via, reale, esatta per la tua realizzazione umana e professionale, senza dimenticare mai, ciò che hai costruito sinora."

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