domenica 17 maggio 2009

Lettera di Mallika

Mallika Sarabhai aveva scritto una lettera a L. K. Advani, che ho letto stamattina sulla rivista indiana, Outlook. Mallika è una famosa danzatrice e attivista sociale, mentre L. K. Advani è il capo del partito conservatore induista, Bhartiya Janata Party (BJP).



Qui, vi presento un estratto dalla lettera di Mallika che mi è piaciuta:
“Sono un’indiana nata dopo l’indipendenza dell’India. Sono cresciuta con le idee di valorizzare e di fare tesoro della unicità della mia cultura indiana, di valorizzare la nostra costituzione nazionale che da uguali diritti a tutti gli indiani, qualunque siano nostri credi, culture, pratiche o religioni. Ho imparato a gioire nelle differenze che costituiscono il nostro paese arcobaleno. Siamo come un’insalata mista, un miscuglio di culture e non siamo un purée dove tutte le diversità si riducono ad una polpa omogenizzata - questo per me è la nostra forza maggiore.

Invece di parlare della fame, della sete e delle tremende deprivazioni che affliggono il nostro popolo, tu parli di spade e di tridenti. Invece di parlare dei linciaggi dei dalit (persone intoccabili) e degli stupri di migliaia di ragazze e donne, tu parli di costruire templi e di distruggere le moschee. Invece di diffondere il concetto indù di Vasudeva Kutumbka (Il mondo è mia famiglia), tu cerchi di dividere la nostra famiglia nelle diverse religioni e vuoi che gli “altri” vadano via o che accettino di vivere come esseri sottomessi.

Come un indù orgogliosa e come un’indiana orgogliosa, mi sento profanata da te. Hai ridotto la nostra grande filosofia Sanatana (eterna) ad un tipo di induismo talibano. Vuoi ridurre la mia identità ad un singolo fattore, se sono un indù o non lo sono...”

Mi piace quello che scrive Mallika e quello che rappresenta. In queste elezioni, i 714 milioni di indiani che sono andati a votare, hanno dato credito al pensiero di persone come Mallika. Hanno scelto di sostenere le forze che parlano di armonia tra le religioni e dell’unità nella diversità dell’India.

Mallika ha perso personalmente l’elezione contro L. K. Advani, ma l’India, queste elezioni le ha vinte.

In Kashmir ha perso il suo seggio il leader “indipendista”, mentre il partito di Omar Abdullah che parla di futuro e di progresso all’interno dell’India ha vinto la maggioranza dei seggi. Lo so che sarebbe da stupidi tirare delle conclusioni azzardate dal risultato delle elezioni, su che che cosa vogliono i Kashmiri. Mi piacerebbe pensare che sia comunque un rifiuto delle idee talibane.

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