sabato 6 maggio 2006

Diario Egiziano

29 aprile 2006

Sono alloggiato presso l'hotel Intercontinental Star di Cairo. Dopo i modesti alberghi e semplici villaggi del Nepal e del Mozambico, questa volta sono in un hotel di 5 stelle. E’ un nuovo hotel nella zona di Heliopolis, il sobborgo di Cairo pieno di condomini, centri commerciali e alberghi di lusso. Questo perché questa volta sono ospite dell’ufficio regionale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per il medio-oriente per una riunione che coinvolgerà 8 paesi.

Da una parte questo lusso è molto piacevole, ma allo stesso momento mi dispiace stare in questo hotel, perché diventa una barriera che mi separa dalla vita normale degli egiziani. Questa volta non avrò occasione di andare a visitare i villaggi. Se posso scegliere, preferisco possibilità di conoscere le persone comuni e le loro vite invece degli alberghi di lusso.

Invece, mi toccherà restare chiuso nella sala della riunione. Per fortuna, il 1 maggio è festivo anche qui e non dovrei avere altri impegni di lavoro. Così spero di andare al matrimonio di Shenoudah, che si sposerà il1 maggio in una chiesa di Heliopolis. Shenoudah mi aveva fatto da traduttore durante la mia ultima visita qui 5-6 anni fa. Inoltre, Gelane mi ha promesso di portarmi mi giro. Spero di andare con lei alla parte vecchia di "El Kahira", è così che gli egiziani chiamano il Cairo. E spero anche di poter visitare le piramidi.

La prima volta che ero stato qui, ero con Enzo, il quale aveva avuto un collasso vicino alle piramidi. Avevo cercato un taxi per portarlo da un medico, pensavo che aveva avuto un infarto. Invece era solo un colpo di sole. La seconda volta ero qui con Franco e subito dopo il nostro rientro in Italia, gli avevano diagnosticato un tumore al cervello, e Franco morì dopo due anni.

E’ così in ogni luogo, le memorie delle cose successe, viaggiano insieme a me per ricordarmi che niente dura, tutto passa. E’ un pensiero triste e allo stesso momento, un richiamo al attimo fuggente, di vivere la vita in pieno, anche se passare cinque giorni chiusi dentro una sala delle riunioni non si può dire “vivere la vita in pieno”!

Questa volta ho viaggiato con Alitalia. Ormai non viaggiavo con Alitalia da 8-9 anni. Ormai, la nostra agenzia di viaggi non ci propone ne anche i voli con Alitalia! Ma questo viaggio è stato organizzato dall’OMS. Quando mi hanno informato che mi prenotavano con Alitalia, il mio primo impulso era di chiedere a loro di cambiare le prenotazioni, ma poi ci ho ripensato, forse era ora di sostenere la povera Alitalia, anche se sono così spesso in sciopero. Comunque il viaggio da Bologna a Roma era un po’ comico, somigliava ai viaggi con l’Eurostar. All’inizio, quando salivi su un Eurostar “le hostess” offrivano un giornale e dei biscotti, forse lo fanno ancora in prima classe ma l’hanno smesso da un bel pezzo nella classe normale. Comunque in aereo c’erano 6-7 tra hostess e steward (gli hostess maschi, chi sa perché li chiamano steward,anche se fanno le stesse cose?), tutti belli pimpanti a sorridere e dare ben venuto. Poi niente. Ne caffè ne succo di frutta, niente. Sono passati in 4 invece per offrire una salvietta, quelle chiuse dentro le confezioni di plastica. Forse avevano deciso di dividersi il lavoro faticoso di distribuire le salviette!

Dopodiché niente,sono tornati nei loro angoli per chiacchierare e passare il tempo. Povera Alitalia, non ha soldi per offrire nessun servizio ma devono viaggiare con la flotta di hostess e steward! Alla fine quando siamo arrivati a Roma, l’equipaggio ha viaggiato nel bus con i passeggeri, forse l’Alitalia ha ridotto le macchine per il trasporto dell’equipaggio?

Arrivato a Cairo, mi aspettava un incaricato dell’OMS nella confusione della sala degli arrivi. Fuori il caldo secco era come una sberla anche se erano solo 34 gradi. Tutto sembra avvolto nella polvere, quella stessa sabbia che sembra un mare pallido dall’aereo. Non mi piace il deserto, mi fa sentire male, anche se vista dal cielo, mi fa venire l’ansia di bere acqua.

Accanto all’hotel c’è un grandissimo centro commerciale. Ho lasciato le valigie in camera e sono andato li. E’così strano vedere tutte le donne coperte dalla testa fino ai piedi. I foulard sulle teste, camici con le maniche lunghe e gonne fino ai piedi. C’è qualcuna con il velo nero e vedi solo i suoi occhi. Accanto a loro sono gli uomini con i bottoni delle camice aperte, a maniche corte, qualche volta con pantaloncini. Solo a guardarle mi fa sentire male, anche se sono cresciuto nella parte vecchia di Delhi dove la maggioranza era musulmana e dove le donne con velo nero (il burqa) erano molto comuni. Dovrei essere abituato a loro, invece solo a guardarle mi fa sentire male.

5 maggio 2006

Non ho avuto il tempo di scrivere il diario durante la settimana passata a Cairo. Oggi pomeriggio ho il volo di ritorno ma almeno stamattina ho un po’ tempo per fare i conti con questa esperienza dell’incontro con il mondo musulmano.

E’ il mondo musulmano che occupa la maggior parte delle mie riflessioni perché una visita qui non può ignorare la religione. Anche durante la riunione dell’OMS, diversi relatori venuti da diversi paesi del mondo musulmano, iniziavano la relazione con un verso del Corano o con una breve preghiera e la cosa mi lasciava ogni volta un po’ scioccato. Anche il direttore regionale dell’officio dell’OMS iniziò la sua relazione inaugurale con una preghiera musulmana. Mi chiedevo se questo è giusto in una regione dove vivono anche le altre religioni, anche se sono spesso minoranze? Vedere il lavandino basso nel toilette degli uffici dell’OMS dove le persone si lavavano le mani e i piedi prima delle preghiere di mezzogiorno, mi sembrava un anacronismo, anche se ci penso, in Italia negli ambienti di lavoro se i fumatori possono avere pausa per fumare, forse è giusto che qui,le persone possono avere pause per le loro preghiere? Ma cosa sarebbe successo se un relatore indù o cattolico invocava il suo dio prima di parlare in quell'assemblea? L'avrebbero tollerato?

Dall’altra parte ho incontrato persone dell’Iran, della Palestina e poi diversi egiziani, i quali, anche se credenti, mostravano il proprio dissenso da questo potere onnipresente della religione nelle loro vite. Comunque, anche loro hanno paura perché questo sfogo contro il velo, contro il potere dei mullah, avveniva sempre lontano dalle orecchie indiscrete, tranne in qualche caso eccezionale.

E’ per questo che mi è piaciuto Taghi, il quale esprimeva il suo dissenso in maniera netta e pubblica. Ma ho avuto paura per lui. Forse se mi trovo nella sua situazione, sarei meno coraggioso pur di fare carriera, per non isolarmi e per non dare nell’occhio?

Anche conoscere Gelane era bello. Lei non porta il velo, è educata, ha studiato in occidente, non si lascia vincolare dalle catene che legano maggior parte delle donne musulmane, ma lei si dichiara musulmana e credente. Vuole sposare solo un musulmano e l'idea di sposare un'uomo di un'altra religione, lei non lo prende in considerazione. "E se ti innamori di un uomo sbagliato?" le chiedo. No, lei muove la sua testa, lo sa che non succederà.

Gelane mi ha spiegatocce la zona dove si trova il mio albergo non è nel sobborgo di Heliopolis ma si chiama Nasr city.

Gelane mi ha fatto anche da guida. Mi ha portato al giardino di Al Azhar sulla collina davanti alla cittadella, da dove si vede tutta la parte vecchia di Cairo. Poi ha accompagnato me e Federico alle piramidi in una mattina nuvolosa e meravigliosamente fresca. Sono state delle visite molto belle.



Era già stato alle piramidi altre volte, ma le altre visite erano meno piacevoli, sia perché faceva sempre molto caldo e poi, erano visite affrettate. Invece questa volta, non c’era la fretta e potevo girare nella zona senza pensare all’orologio. E, poi, il cielo era nuvoloso.


Durante la visita ho incontrato la sua reale altezza principessa Sheikha Hissa, figlia dell’amiro di Qatar. Sheikha è stata nominata l’inviata speciale delle Nazioni Unite per le persone disabili. Anche se lei occupa questo posto da più di un anno, il mondo legato alla disabilità conosce poco di lei e molti parlano di lei in termini negativi. Pensavo che fosse pregiudizi – è una donna musulmana, porta il velo, e poi appartiene ad una famiglia reale. Per questo ho apprezzato quest’opportunità a conoscerla meglio. Le ho chiesto se potevo intervistarla e lei è stata subito disponibile. Ha voluto presentarsi come una donna qualunque, una madre singola che deve fare i conti con la famiglia e le esigenze del suo lavoro. Mi ha dato l’impressione di essere una persona forte. E’vero che sa molto poco del mondo della disabilità e ha molto da imparare, ma è anche una persona intelligente e capace.


Una delle sere invece eravamo invitati ad una crociera sul Nilo. La nave lussuosa apparteneva ad uno degli alberghi più esclusivi di Cairo. Durante la cena c’erano due cantanti per il divertimento degli ospiti. Dopo la cena vi è stato uno spettacolo della danza del ventre. Signora Samara, una donna prospera con il seno straripante in un vestito di pelle color turchese, molto aderente, sembrava uscita da un film porno con l’espressione di estasi sulla faccia, mentre girava il suo culetto in maniera provocatoria. La danza del ventre era un tremolio continuo della parte inferiore del suo corpo, molto sensuale, che mi faceva pensare ad un attacco di malaria. Dopo alcune danze, tutte uguali, lei è tornata con un altro vestito, questo volta una retina nera trasparente dalla quale si vedevano le sue sottovesti rosse, per ripetere le danze in mezzo al pubblico, toccando gli uomini, invitando le donne ad alzarsi e a provare la danza con lei.

Mi ha sorpreso vedere diverse donne egiziane vestite con il velo che si sono alzate per provare la danza con lei. Un mio amico egiziano che mi accompagnava mi ha spiegato che in Egitto questa danza è la parte integrante di 90% dei matrimoni, e durante queste danze è normale che le donne ballano con lei e che la maggior parte delle ragazze egiziane impara questa danza, nonostante la crescente islamizzazione della società. Secondo lui questa islamizzazione è cresciuta dopo i fatti dell’11 settembre 2001, ma fin’ora ha risparmiato la danza del ventre.

****

Stamattina guardavo le lezioni dell’Università Aperta sulla Rai 2 e poi sulla BBC. Sulla BBC parlavano di storia medievale con un bel documentario per spiegare, sulla Rai 2 c’era un professore seduto in studio che parlava sul concetto di modernità come se fosse seduto in un’aula di scuola e le sue parole apparivano scritte sullo schermo televisivo per facilitare la comprensione. Non c'era confronto tra i due programmi.

Penso che sia uno spreco del mezzo televisivo fare lezione come si faceva su Rai 2 ma forse sono poveri e non hanno soldi, dopo tutti i soldi che spendano per mostrare le varietà come la music farm! Infatti, ho smesso subito di guardare la Rai per lasciarmi incantare dalla bella lezione sulla BBC.

6 maggio 2006

Non penso che tornerò a volare con Alitalia un’altra volta, almeno per un po’ di tempo. Il servizio da Cairo a Milano Malpensa non era male. Ma i problemi iniziarono a Milano. Mezz’ora prima del volo, è stato annunciato il ritardo di un’ora. Poi, hanno cancellato il volo. Per un po’ alcuni hanno cominciato a gridare – Vergogna! Fate fallire Alitalia! L’incaricato di Alitalia era un ragazzo giovane, gentile ma un po’ sbrigativo. Forse aveva già visto scene simili o peggiori molte altre volte. Ha spiegato che anche se avevamo pagato per il viaggio aereo e ora ci toccava viaggiare in pullman, Alitalia non ci doveva niente, avevano già spiegato tutto nelle condizioni d’acquisto del biglietto.

Qualcuno con bambini piccoli era disperato. Alcuni altri dovevano fare ulteriori viaggi dopo l’arrivo a Bologna, e si preoccupavano per il dopo. Solite storie di passeggeri stanchi e disperati che si vedono spesso in Italia. C’era il solito sciopero dei treni iniziato venerdì sera che sarebbe durato fino a sabato sera. Il diritto dei lavoratori a scioperare è sacrosanto. Che si succede ogni settimana, non è colpa loro. Arrangiatevi signori. Benvenuti al Bel Paese.

Sono contento che Bertinotti è il presidente del senato. E spero che D’Alema diventerà il presidente della Repubblica. Mi piace D’Alema. Ma il nuovo governo potrà cambiare questa situazione disperata di Alitalia o dei trasporti pubblici? Durante il viaggio di ritorno in un pullman malridotto, con un buco in pavimento da dove entrava aria, si sentiva la tristezza e la disperazione su come il paese sembra essere ridotto.

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