martedì 31 maggio 2005

Secolo asiatico o insicurezza

Ho letto qualche articolo di giornalisti indiani, tutti contenti perché la Francia ha bocciato la costituzione europea. Pensano che questo spianerà la strada al secolo asiatico. Bush porta l'America alle guerre inutili e dannose mentre l'Europa si frammenta tra localismi e xenofobia, dicono, è arrivata l'ora del loro declino.

Nel frattempo, i vari gruppi Indiani si sorgono contro questa o quella offesa alla dignità della loro religione. Gli indù rifiutavano che omosessualità fosse un tratto indiano e così protestavano contro i registi "influenzati dall'occidente". I cattolici chiedono che sia fermato la proiezione del film Sins (Peccati), storia di un prete che ha una relazione con una donna. I Sikh hanno esploso le bombe nei cinema dove si proiettava Jo Bole so Nihal, perché secondo loro il titolo del film è offensivo alla loro religione. Mira Nair, il suo film Water, sulla situazione delle vedove nell'India del 1930, l'ha girato in Sri Lanka per sfuggire dalle proteste indù. Ogni mese che passa, i vari gruppi sembrano diventare più suscettibili alle reali o presunte offese.

Il seconolo asiatico, non lo so quando arriverà, per il momento mi sembra si scorgere un senso di insicurezza e smarrimento.

Al parco mentre mangiavo le moro, scure e succose, Brando mi ha tirato e il ramo del albero che avevo tirato mi è sfuggito dalle mani. Una pioggia di more è venuto giù sulla mia testa macchiando la mia camicia. Mi ha fatto pensare alla casa del amico di Papà a Hydrabad, dove la mia camicia si macchiata viola con il succo di Jamun che si cadevano dagli alberi.

Sunil a Hyderabad nel 1960

domenica 29 maggio 2005

Roma e politica

Ieri in un'intervista su La Repubblica, D'Alema ha parlato sulla questione Rutelli. E' strana come intervista perché si capisce quasi tutto. Ciò succede rare volte che le persone parlano in modo così chiaro che li puoi capire. Più delle volte, vi sono lunghi giri di parole che possono significare sia una cosa che un'altra.

Quando uno arriva in Italia da un mondo anglosassone, si deve abituarsi a questo. Non si può rispondere mai con un chiaro si o no, invece si deve aspettare lunghe spiegazioni che possono significare sia uno che altro. All'inizio, mi perdevo nei giri di parole e alla fine delle riunioni uscivo senza aver capito quello che era stato deciso. Ora dopo tanti anni, penso di aver assimilato questo modo di pensare. Forse non del tutto, ma un po'.

Penso che questo stesso tratto applicato alla cultura, all'arte e al cinema sia una cosa molto più bella, e non si limita all'Italia ma è un modo comune per il mondo latino. Una volta che si entra dentro questa logica, il modo di ragionare anglosassone sembra un modo troppo assolutistico e finto chiaro. Invece la realtà non è sempre lineare e ci vuole un po' di confusione. Comunque, per tornare all'intervista di D'Alema, mi ha sorpreso che tra i politici si può parlare in termini così chiari.

Oggi, Scalfari in un'editoriale torna sulla questione Rutelli con la storia del Milan che ha perso il campionato al Liverpool e la storia della tartaruga e lo scorpione. Picchia forte Scalfari. E' la natura dello scorpione pungere e non ci si può fare niente! L'unica cosa che non mi piace in questa parabola è il presupposto che si doveva supportare la reciproca compagnia solo per attraversare un fiume (vincere le elezioni). Se fosse solo questo lo scopo, allora ...

Mi sorprende questa mia passione per la politica. Forse mi passerà! Tornando da Roma in Treno, ho dovuto dire alla ragazza seduta accanto a me di andare da qualche altra parte se voleva parlare al suo telefonino perché disturbava. Come si fa entrare in treno, tirare fuori il telefonino e cominciare a parlare di questo e quello, compreso storie personali, per ore senza pensare alle altre persone sedute vicino?

Roma sembra un set gigante di Benhur o Dieci Comandamenti. Non importa dove guardi, vedi delle scenografie imponenti come in nessun altra città al mondo.

Polluce a Campi d'Oglio, Roma

venerdì 27 maggio 2005

Il tradimento di Rutelli

La storia di Rutelli mi fa sentire male. Mi pento di aver votato per la Margherita alle ultime elezioni. Mi ero lasciato convincere da Francesco Baldacci. Quando guardo Rutelli in TV, mi sembra che lui pensa di avere tutte le carte in regola, un po' come Bill Clinton o Tony Blair, che è bello e fotogenico, può fare la faccia seria, cosa altro ci vuole oggi giorno per governare un paese? La gente ti voterà sicuramente. E il litigio per non lasciare che il professore prende il simbolo della lista dell'Olivo! Forse si vergogneranno rileggendo le proprie parole sui giornali la mattina dopo?

Questo blog scritto sul portatile a Roma, non poteva non parlare della politica! Alla fine, forse è inutile prendersela con i politici, perché forse politica è proprio questa, pensare al proprio cortiletto e avere ambizioni?

Berlusconi non mi era mai sembrato molto intelligente (per fare soldi, bisogna essere poco intelligenti, penso, ma quella è tutta un'altra storia), ma in questi giorni vederlo in TV è una sofferenza. Fa pena e sembra smarrito.

Mariangela mi ha mandato la segnalazione di un programma di Rainews 24, sull'interesse italiano per Nassiriya. Pensavo, se fosse la sinistra in governo, avrebbe fatto lo stesso? Penso di si. L'interesse nazionale viene prima di tutto. Le belle parole, fratellanza degli esseri umani, poveri che necessitano di questo o quello.. stanno bene solo se i nostri interessi sono salvi.

In un articolo Naomi Klein parla di un nuovo ufficio dello stato americano per la ricostruzione postbellica dei paesi, che si prepara a distribuire i contratti milionari alle ditte e alle ONG multinazionali del regime prima ancora che un paese sia colpito da guerra. Ricostruzione preventiva che va a braccetto con la guerra preventiva. La Rice che dice Tsunami è una grande opportunità. In fatti ha spazzato le coste, liberandole dall'ingombrante presenza di case dei pescatori.. ora si può portare lo sviluppo in tutti questi posti abbandonati da dio.

Mi ricordo questo ragazzo in Sud Sulawesi, Indonesia. Ero con Roberto.

mercoledì 25 maggio 2005

Mariangela e le more

Parlavo con un amico imprenditore in India. Era così arrabbiato con l'ambasciata italiana a Delhi. "Hanno le procedure così assurde e ti costringono ad aspettare per ore sulla strada per avere un visto. Sai quanto caldo fa in questi giorni? Ci trattano come fosse un criminale. Puoi tenerti la tua Italia, non mi interessa." Ne ho già sentito simili storie altre volte. Le ambasciate italiane hanno guadagnato la reputazione di essere tra le più difficili tra quelle europee per ottenere i visti.

Con Mariangela abbiamo scattato tante foto. Alcune di queste foto sono venute proprio bene come quella che vedete qui. Mariangela che mangia i gelsi. Sono gli stessi che si chiamano le more? Alberi pieni di frutta. Avevamo due alberi così a scuola ma eri fortunato se riuscivi a trovare qualcosa da mangiare, anche acerbo. Con tutti i ragazzi che giravo intorno, si faceva fuori tutto.

Mariangela e le more

lunedì 23 maggio 2005

Shabana Azmi e la musica fusion

Sul sito di Smashits.com stamattina guardai alcune canzoni del film Morning Raga (la canzone della mattina). Sono bellissime. Sia da vedere che da ascoltare. Mi piaceva quando Malati cantava la musica classica del sud dell'India, ma in generale, non lo ascoltavo mai. Invece, le canzoni del film, un po' "fusion music", mettono insieme la musica classica Carnatak insieme alla musica jazz, sono meravigliose. La parte più bella è la musica pura, le note musicali ripetute in diverse combinazioni secondo le raga, non il significato delle parole ma suoni della musica, voce come uno strumento musicale. Shabana Azmi è molto bella e molto brava. Anche Perizaad Zorabian.

Chissà dove sarà oggi Malati? La sua voce rauca e il suo modo disinibito di ridere come scoppio di una fontana. Tutti gli amici del laboratorio nazionale di fisica, dove sono andati? Nani, Neeraj, Raja, Vatsal ...
In pomeriggio sono andato a fotografare un campo di papaveri sulla via Zanardi. Mentre ero li a cercare la vista più bella, si è fermata una macchina dietro di me ed è scesa giù una copia, l'uomo con una bella e grande macchina fotografica. Non ero l'unico a vedere la bellezza dei papaveri!

Avevo scritto questi appunti il 21 maggio ma poi avevo dovuto interrompere prima di inserire la foto. In tanto abbiamo fatto altre foto di quel campo insieme a Mariangela, ma devo ancora vedere quelle foto.

Il campo dei papaveri

venerdì 20 maggio 2005

Perdere la lingua materna

Mi piace il blog di Beppe Grillo http://www.beppegrillo.it/ e mi piace Beppe Grillo. Tuttavia, mi fa sentire un po' strano questo suo tentativo di creare un partito dei seguaci, la folla dei credenti al Beppe-pensiero .. forse perché sono scettico in generale ai profeti venuti per salvare il mondo. Mi fa pensare a Nanni Moretti, un regista che ammirò molto. Forse l'adulazione fa che cominciamo a prenderci troppo sul serio?

Matteo Sacchi recensisce il nuovo libro di Agota Kristof, l'autrice ungherese residente in Svizzera. E' il libro, L'Analfabeta, racconto autobiografico (Casagrande, 2005) e la recensione è sul sito della bella rivista Giudizio Universale www.giudiziouniversale.it Non mi ricordo in quale lingue avevo letto la trilogia della Città di K di Kristof mentre ero a Ginevra. Forse era il francese. Sono affascinato dal suo modo di scrivere. Poche parole. Sembrano scelte dopo lunghe meditazioni. Ruvide e taglienti. Intrise di dolore.

"La smania di scrittura nasce “nei giorni cattivi”, negli anni “non amati”, e si radica come un bisogno contro la sofferenza per le cose perdute. Finché dopo l’insurrezione del ‘56, la repressione dei carri armati sovietici, la fuga in Austria e infine in Svizzera, si compie la perdita più grave, quella della lingua materna, la lingua primaria delle cose, dei sentimenti, dei colori, delle lettere, dei libri, dei giornali. L’unica lingua. Persa la quale, si dissolve la lettura, la scrittura, si ridiventa analfabeti, bisogna tornare a imparare."

Le sue parole vibrano dentro di me. Cosa ho perso con l'inglese prima e poi con l'italiano?

Forse siamo parlando della nostalgia dei tempi passati? Suoni, odori, sensazioni, memorie? Perché è così bello tornare a pensare alle cose perdute con il senso malinconico? Magari la domanda da approfondire non è quello che si perde ma è, cosa cambia quando guardi il mondo con un'altra lingua? Insomma, il mondo visto dall'italiano è diverso quello visto dall'Hindi?

Il colore delle memorie - Marco con la sua bisnonna (mia nonna materna, la mia Biji)

martedì 17 maggio 2005

Stuzzicare gli stupidi razionali

Stasera piove. Quando piove, Nadia insiste che mettiamo l'impermeabile a Brando prima di uscire per la passeggiata serale. Ma Brando odia mettere su l'impermeabile. Si nasconde sotto il tavolo quando sente la parola. Viene fuori con tanta fatica, con la testa bassa, la coda fra le gambe. Dentro di me, chiamo questo suo comportamento come "fare la Sita maiyya", come il personaggio di Sita nel epico indiano Ramayana, la quale implora la terra ad aprirsi e di nasconderla.

Penso che sia curioso questo accostamento, pensare alle cose lontane come la storia di Sita maiyya e di collegarle alla vita quotidiana qui in un contesto completamente diverso.

Nel parco, uno degli alberi di ciliege è già pieno di frutta e ciliege rosse, piene di succo cadono per terrà. Mi piace passarle sopra e di pestarle sotto i piedi. Non vorrei approfondire il perché di questo piacere perché ho paura di scoprire qualche impulso represso nel mio subconscio. :-)

Ho iniziato a leggere "Five Quarters of the orange" di Joan Harris, l'autrice di Chocolat, sul quale avevano fatto quel bel film francese. Ha uno stile di scrittura molto bello e piacevole, ma il titolo del libro mi suona un po' strano. Si possono avere cinque quarti di un'arancio? Non sarebbe stato giusto dire cinque quinti di un arancio? O il titolo è così solo per stuzzicare esseri stupidamente "razionali" come me?

Marco e Brando

domenica 15 maggio 2005

Sognare Pavoni

Dopo pranzo, mi sono messo al divano con un libro. Relic di Preston e Child, genere orror-thriller. Mi piace Pendergast, il loro detective. Magro e quasi un albino. E mi sono addormentato con il libro nelle mani. Ho dormito per circa tre ore e ho fatto un sogno molto particolare.

Ho sognato di aver trovato un pavone, una cosa meravigliosa con una coda con colori luccicanti. Poi, ero a letto con questo pavone nelle mie braccia. Sentivo il suo corpo, grande, pesante e caldo contro il mio. E la sua voglia di fare l'amore. Mi dissi che era un ermefrodita. Mi fermai con uno sforzo e il pavone volò via, la sua lunga coda di colori luccicanti dietro di lui. Lo guardavo seduto su un ramo davanti a casa come se aspettasse che io cambiavo la mia decisione. Mi sentivo pervaso da tristezza. Allora il pavone si alzo in volo, sparendo dietro gli alberi e mi svegliai ancora pieno di tristezza.

Oggi pomeriggio, facevo la ricerca sui nuovi lavori di Mukul da aggiungere a Kalpana. Troverai il blog di una sua amica. Dai link di questo blog, ho trovato tanti altri blog. Vite diverse, uno dopo l'altro. Storie, nostalgie, foto, feste, pensieri. Tutte persone legate a Mukul in un modo o un altro. Mi fa un po' paura questa facilità con la quale si può entrare e vedere i pensieri intimi di tante persone.

Mare visto dalla prigione di Robben island (Sud Africa) - anche i posti più belli del mondo possono diventare prigioni

venerdì 13 maggio 2005

Nostalgia delle mucche

Povera mucca rossa con le polka dot gialle, come la maga Magò nel film La spada nella roccia. O, quella con i bicchieri e i tubi per la birra alla spina. Sono belle ma mi fanno un po' di pena. L'unica che trovo trattata con rispetto è quella azzurra, stile cielo e mare, seduta tranquillamente. E' quella che avrà l'onore di stare sulla copertina di Kalpana in questi giorni.

Mi fanno pensare alle mucche di Delhi, sedute in mezzo alle strade, placide e indifferenti, mentre il traffico le passa intorno, tutti attenti a non farle del male, ma ammazzandole con i fumi e con i sacchetti di plastica. Preferiranno forse venire a Vienna per stare in questo parco verde smeraldo? Forse no, rischiano di trovarsi sul piatto di qualcuno. Come si fa a scegliere tra il mattatoio e la crudele indifferenza.

Una sera riesco a andare in città. Dalla cattedrale in Stefanplatz cammino fino all'opera dove suona Strauss. Il cielo e nuvoloso e freddo. Tutto intorno, le persone passano. Sembra di essere dentro il centro commerciale Lame. O potrei essere a Hong Kong. Tutto il mondo sempre più uguale. Vetrine, negozi, Macdonalds, Hugo Boss, Versace.

Gli edifici barocchi di Vienna mi mettono a disagio. Come quando si mette troppo zucchero. Mi piace invece la chiesa San Michele con le tombe dei reali. E mi piace la casa dei gesuiti dove sono alloggiato. Nella mansarda al terzo piano. Il sole entra dentro impetuoso dalle piccole finestre già alle 6 di mattina. Accanto, si stanno costruendo un grattacielo. Gli operai sono già al lavoro. Dal letto guardo i gru che passano silenziosi davanti alle finestre.

La muccha fornitrice di birra alla spina

sabato 7 maggio 2005

Girare a Bologna con Pam

C'è Pam a Bologna. Siamo andati a casa del prof. Pampiglione. Loro si parlavano dei giorni passati in Mozambico, 30 anni fa e scambiavano informazioni sulle persone che non vedevano o sentivano da anni. Sono uscito sulla terrazza. E' al settimo piano il suo appartamento e dalla terrazza si vedono le torri di Bologna.

Poi ho portato Pam alla piazza Santo Stefano. E abbiamo parlato. L'incontro con gli studenti di medicina è andato molto bene. Anche Angelo ha parlato. Mi piace come parla Angelo. In maniera più ironica. Invece io mio piccolo intervento era troppo emotivo.

E' un piacere andare in giro e parlare con Pam. Faccio il cicerone con molto piacere. Domani arriverà anche Enrico, ma non avrò tempo per stare insieme a lui.

Pam a Santo Stefano

Le torri di Bologna dalla terrazza del Prof. Pampiglione

venerdì 6 maggio 2005

Einstein e la danza delle molecole

E' durante le passeggiate al parco che mi vengono i pensieri più strani. Il 2005 è il centesimo anniversario delle teorie di Einstein. Era un impiegato bancario di 26 anni nel 1905 quando uscirono 3-4 suoi articoli sulle riviste di fisica. La relatività. L'insieme dello spazio e del tempo. Mentre capisco le teorie di Newton, l'altro grande della fisica, non capisco niente delle teorie di Einstein. La fisica quantistica mi fa addormentare.

Invece, penso alla struttura molecolare. La mia, quella di Brando. Quella dell'erba sulla quale camminiamo. Quella della strada. Dentro tutte queste cose, apparentemente così diverse e separate uno dal altro, ci sono gli stessi atomi di carbonio, idrogeno, ossigeno, zinco, magnesio e tant'altro. Dentro ciascuno di questi atomi, vi sono positroni, elettroni e tante altre sub-particelle che girono in cerchi infiniti. Quasi quasi li riesco vedere. Abbracciati, si guardano negli occhi e sorridono. E girono. E girono. Dentro il mio piede come dentro nel sassolino sotto il mio piede. Sarà vero che i sassolini non hanno la vita? E se la vita che vive dentro di loro è ancora più piccola dei batteri e dei virus, come faremo a saperlo? E davanti a me apre l'universo dei sassolini, dove la strada è una galassia. E dentro ogni sassolino, miliardi di sassolini organismi vivono le loro vite. Papà che vanno al lavoro. Mamme che ridono con i loro bimbi. E quando metto il mio piede sul sassolino, le mamme chiamano dentro i bimbi perché c'è un piccolo terremoto! Sento di essere tutt'uno con il mio cane, con l'erba, con albero di pioppo cipressino, con la strada e con il cielo.

Gli Ipocastagni sono pieni di fiori come quel giorno quando Mariangela era venuta a Bologna e eravamo andati al parco. Ho provato a fotografare tutti i fiori bianchi del parco. Solo quelli bianchi. E ne ho trovati 12 tipi diversi.

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